Jennifer Lynch non può esimersi dal grosso fardello che la vede legata al padre ed infatti accetta di sottomettersi ad esso. Surveillance cita spesso (e a volte fuori luogo) il lavoro di David Lynch. Il film per fortuna prende una strada molto più pacata nella sua realizzazione. Il thriller on the road di Jennifer Lynch è assolutamente convenzionale nella regia, obbiettivamente ben fatta,e punta molto sull'ottima sceneggiatura. Una serie di interrogatori ci introducono ad un incidente ed una serie di omicidi ad opera di un serial killer che,per la malafede dei protagonisti, constrastano con i flashback che raccontano il vero scorrimento delle cose. Molta ironia ed ottimi dialoghi rendono piacevole un thriller che sulla carta poteva essere legato ad un finale abbastanza banale. La Lynch fa un lavoro mediamente distinguibile ma non osa troppo, forse memore del precedente Boxing Helena, e si affida ad un ottimo lavoro di attori. Bill Pullman ritorna inaspettatamente in una parte che gli fa onore fino quasi alla fine del film. La costruzione funziona ed il film ha tutte le carte in regola per essere un outsider se non fosse per l'evidente volontà di renderlo tale a tavolino. Sono solo puntigli che comunque pesano sul nome della regista che comunque crea un thriller atipico e godibile.
di Gianluigi Perrone
Wednesday, May 28, 2008
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