
Escalante riempie gli ambienti con lunghi piani sequenza, a volte apparentemente inutili ma incredibilmente pregni di significato. Con poche immagini Escalante spiega un disagio sociale, l'incomunicabilità, la disperazione, attraverso gesti quotidiani. Nell'apparente normalità degli eventi si chiede allo spettatore di attendere pazientemente per entrare in un delirio che ricorda molto il primo Hanneke. E' proprio questa strategia della quiete, sincopata e statica che permette di shockare e traumatizzare lo spettatore improvvisamente, sconvolto dalla violenza che esplode repentina. Un piccolo film costruito sull'attesa e sulle sensazioni che non lascia speranze alcune, che si mostra fatalista e spietato, che tiene con il fiato sospeso.
di Gianluigi Perrone
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