Sunday, May 27, 2007

PERROS CALLEJEROS di José Antonio de la Loma (1977)

Perros Callejeros ritrae la vita ai sobborghi di Barcellona alla fine degli anni ‘70, in cui si ebbero un’escalation di violenza e atti criminosi senza precedenti. El Torete e la sua banda, poco più che bambini, rispecchiano alla perfezione il mal di vivere indotto dalla povertà e dallo sbando a cui sono destinati per nascita, con inoculato un senso dell’onore da mantenere attraverso furti e piccoli espedienti e regolamenti di conti. La voglia di rivalsa accomuna questi giovanissimi che spesso si trovano contro una società ostile e dura e degli adulti che non guardano in faccia a nessuno. Ricordiamo che il dittatore Francisco franco era morto da soli due anni prima della realizzazione di questo film, e finché il caudillo era in vita in Spagna si era in pieno regime fascista e un film del genere a così poca distanza dalla dittatura ha senz’altro destato grande sorpresa per temi spesso anche scabrosi. Il film a tratti ricorda i polizieschi all’Italiana per i numerosi inseguimenti in auto e fughe dopo i furti come per l’atteggiamento della polizia diviso in due schieramenti: uno unicamente punitivo e uno attento alla rieducazione e al recupero. Col vestire e la parlata di questi giovani e i loro atteggiamenti ci troviamo catapultati in un mondo in cui scassinare un alimentari per rubare dei prosciutti era considerato ancora una gran furto, dove i piccoli criminali erano ancora “genuini”. Josè Antonio De La Loma con questo film nel 1977 riscuote un grandissimo successo che darà vita ad un sequel con toni metafilmici che però nemmeno si avvicina alla freddezza e brutalità di questo primo episodio, l’attore che interpreta El Torete all’epoca diventò una sorta di sex simbol nazionale. Film non facilmente digeribile per crudezza e soprattutto per un finale davvero brutale e senza speranze che probabilmente all’epoca voleva spingere la società verso una sorta di esame di coscienza..Guardando un film del genere viene da pensare che film come MARY PER SEMPRE debbano molto a Josè Antonio De La Loma.

di Davide Casale

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