Saturday, May 12, 2007

MANHATTAN WARRIORS di Peter Manoogian (1987)

Manhattan Warriors è un film sulle gang che nasce in linea con classici del genere come I Guerrieri Della Notte, Wanderers I Nuovi Guerrieri et simila. Il solito impiegato bianco, in questo caso un assicuratore, finisce in un quartiere di neri malfamatissimo per far firmare una polizza a una vecchietta e ritirare il premio in contanti. Un bianco in giacca e cravatta in un quartiere malfamato all’imbrunire già lascia presagire il peggio e infatti per sua sfortuna, arrivato in uno dei palazzi del complesso popolare ha un leggero alterco con un ragazzino membro della gang dei Vampires, guarda caso dominatrice incontrastata del palazzo. Il fanciullo, poco più di un bambino, informa della mancanza di rispetto gli altri membri della banda e questi reclamano vendetta. Profittando della notte che sta scendendo stringono d’assedio il povero assicuratore che sarà soccorso da un tecnico anch’egli casualmente all’interno del complesso, in realtà aveva un appuntamento a luci rosse con una ragazza.. La fuga dei due protagonisti è avvincente e piena di colpi di scena, contornata dai soliti cliché del genere e con ingredienti tipici del cinema anni ’80. Non può quindi che esserci un reduce del Vietnam paraplegico che vive barricato in una casa-bunker piena zeppa di armi, alcuni effetti speciali che ammiccano al gore, i fucili a pompa e le lupare onnipresenti negli action movie di quei tempi e la demonizzazione delle zone malfamate nelle città Americane. Degli anni ’80 fanno anche parte alcune caratteristiche al giorno d’oggi facenti parte del cosiddetto trash involontario, come il saluto che si scambiano i membri dei Vampires: le dita indice e medio messi a uncino per simulare i canini dei succhiasangue e il verso “fsssss fssss” ad accompagnare il gesto simulando il risucchio del sangue.L’aspetto positivo di questo film è che intrattiene dal primo all’ultimo minuto e sebbene alcuni “riti” della gang risultino ridicoli, i giovani criminali sono delineati abbastanza bene anche grazie alla figura del loro leader, un povero pazzo che confonde la realtà con la finzione arrivando a credere di essere davvero un vampiro. Il finale che accompagna l’alba dopo una notte di violenze ci libera dalla morsa claustrofobia che incute il complesso residenziale e dal braccaggio che subiscono i protagonisti durante la notte. Da guardare e poi avere paura di andare a trovare sconosciuti.

di Davide Casale

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