Saturday, May 12, 2007

THE CASE

Dalla Cina un film che ha tutte le caratteristiche per essere grottesco e infatti proprio di cinema grottesco allo stato puro si tratta. Al centro della storia vi è una valigia ritrovata casualmente con all’interno dei pezzi di cadavere congelati. Viene raccolta da un signore con problemi di cuore che assieme alla premurosa moglie gestisce una sorta di Bed & Breakfast, quest’ultimo oltre ad essere teatro del bizzarro ritrovamento ospiterà una misteriosa quanto affascinante donna che sembra essere comparsa dal nulla. Ingredienti chiave per un intreccio dai tratti sfumati e interpretato da personaggi di una normalità che risulta comunque sopra le righe. Il fattore valigia unito al fattore cadavere e non ultime alcune situazioni riguardanti la stessa, ricordano non poco il film NERO di Giancarlo Soldi tratto dall’omonimo romanzo di Tiziano Sclavi. La cosa fa pensare, dato che la distribuzione, praticamente nulla, rendono infime le probabilità che il regista, Wang Fen, sia entrato in contatto con libro o lungometraggio. Il film si gioca i personaggi con disinvoltura, inserendo delle brevi sequenze di intervallo che ci mostrano con piglio documentaristico insetti intenti a mangiare, oltre alle varie fasi di costruzione di una ragnatela da parte di un ragno. Simbolismo che esplica l’isolamento dell’uomo di casa trattenuto dalla moglie la quale lo soffoca di attenzioni con la scusa del suo cuore debole. L’uomo troverà uno sfogo mentale nella misteriosa valigia che lo spingerà ad osare anche nei confronti della nuova arrivata. Varie sensazioni contrastanti si provano durante la visione e l’aspetto migliore è l’atmosfera che si respira, un misto di drammaticità in salsa rosa con dei toni agrodolci e dei bruschi passaggi nei toni. Il tutto condito da una svogliatezza narrativa che comunque è sempre voluta e con un fine spiazzante rispetto ai fatti. Un’ opera elegante e sorprendente di quel genere che si ama o si odia.

di Davide Casale

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