Tuesday, May 29, 2007

KNALLHART di Detley Buck (2006)

Berlino oggi. Da Zehlendorf a Neukoelln, cioè dal paradiso all'inferno. Inizia con questa premessa Knallhar (uscito anche con il titolo di Tough Enough, che è perfetto per il film); film tedesco del regista Detlev Buck, che prima di Knallhar si era solo dedicato esclusivamente alla commedia più becera. Va detto che questo film è la cosa più lontana che ci possa essere dalla serenità di un funny movie; sereno in questo film ci sono solo le primissime però malinconiche inquadrature di Zehlendorf, poi è tutta una discesa verso gli inferi.Il plot è semplice e veloce. Il giovane Michael e la madre Miriam vengono cacciati di casa dal ricco amante di lei e si ritrovano ben presto senza un becco di quattrino e con un solo posto dove andare, a “Neukoelln”, una specie di banlieue berlinese solo con molti più turchi. Mentre la madre cerca disperatamente di trovare un lavoro e si porta al letto il primo che è pronto ad offrirgli un'altra possibilità, l’indifeso Michael deve fare i conti con la piccola delinquenza che vige nelle strade di quartiere. Verrà rapinato, bastonato, torturato ed insultato, il tutto senza battere ciglio, come se il ragazzo sapesse che il destino ha un finale diverso per lui. Il destino gli propone una lunga e lenta discesa nell'attività criminale, che passa dal rapinare la casa del ex amante della madre fino a diventare un vero e proprio corriere per la mafia turca, il resto è solo sapere dove e fino a che punto si spingerà giovane.Duro come un calcio nelle gengive Knallhart è una delle sorprese gradite della stagione passata. La Berlino, grazie anche all'aiuto di una fotografia asettica ma concreta, è una discarica di carcasse umane vive. Una città dove non c'è spazio neanche per l'amore (bellissima la scena in cui Michael se ne convince) dove tutto vale meno della droga che porti nello zainetto e dove, se non ti fermi in tempo, verrà il giorno in cui esclamerai "o me o lui !".La faccia d’angelo del protagonista incarna perfettamente il tormento di una vita violentata, cominciata troppo tardi e senza preavviso. Forse non potrà piacere a tutti (troppo corto...il finale buttato così … tutto succede troppo velocemente... bla bla bla) ma Knallhart è un film che difficilmente non lascia segni. Bello e "abbastanza" duro (Tough enough).

di Daniele Pellegrini

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