Ci si aspettava di più da questo pomposo blockbuster made in Japan, presentato con delle immagini che lasciavano presagire per lo meno una fotografia suggestiva. La trama anch’essa dava molte speranze: un uomo fa un patto con un demone per ottenere potere, ma in cambio dona il suo primo genito, il quale nascerà senza 48 parti del corpo tra cui gli arti. Abbandonato il pargolo in un fiume verrà ripescato da un vecchio inventore-alchimista il quale ricostruirà artificialmente le parti mancanti del corpo del piccolo. Una volta adulto il ragazzo inizia, come spinto da un dovere innato, ad andare a caccia di tutti i 48 demoni che rappresentano le sue parti organiche mancanti. Ad ogni demone ucciso la parte corrispondente gli spunte letteralmente nel corpo. Con un soggetto del genere, tratto da un manga di Osamu Tezuka, è lecito aspettarsi grandi cose, ma invece il regista rovina tutto. Dororo risente in primis di un montaggio pessimo, in cui i tempi delle sequenze sono incredibilmente mal gestiti, lasciando lungo spazio a episodi inutili e brevi cenni ad importanti evoluzioni della trama. Un film fantasy solitamente mette in campo molti effetti speciali, infatti in Dororo ve ne sono parecchi, ma la cosa fastidiosa è che partono con una qualità altissima per degradare in effetti da due soldi e qui sorge spontanea la domanda! Erano forse finiti i soldi? E’ stato gestito male anche il budget? Questa disorganizzazione darebbe anche credito al discorso precedente riguardo il montaggio, sul fatto che le cose siano state fatte fondamentalmente a caso.Ogni mostro che l’eroe di turno uccide, accompagnato da una sciocca ragazza che si è invaghita di lui, da luogo alla stessa medesima morte e qui abbiamo una buona dose di trash involontario. I mostri appena vengono colpiti a morte fanno “badabooom!”. Esplodono in mille bolle di sangue fatte con un effetto in computer grafica orribile, in stile videogame sparatutto. Il film perde ogni minima speranza quando verso la fine abbiamo l’ultima esplosione, la quale rovina un momento che avrebbe dovuto essere come minimo d’atmosfera. Evidentemente il regista ha preferito far saltare tutto in aria piuttosto che tentare di risollevare le già incrinate sorti della prima parte del film.
di Davide Casale
Sunday, May 20, 2007
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