Wednesday, April 16, 2008

Bloodrayne 2: deliverance (2007) di Uwe Boll


Selvaggio west alla mescalina. Pazzo, folle, completamente fuori dai binari ordinari. Uwe Boll non si è di certo arrabbiato sulla definizione che molti fan gli hanno affibbiato di “Ed Wood del cinema moderno”. E imbastisce proprio una storia che sulla carta ricorda certi Z movie che avrebbero fatto gola al regista di “Plan 9 from outer space”. “Bloodrayne 2” è un sequel non sequel della precedente pellicola, mette in scena la stessa dhampyra all’interno di un contesto diverso, non più medioevo ma western, ma lo fa non rispettando una continuità. Lei, la straniera senza nome, metà umana e metà vampira, ha persino il volto di un’altra attrice, predilige le pistole piuttosto che le lame classiche e non ha più nulla che l’accumuli al personaggio del videogame omonimo. Boll gira un film inneggiante al vecchio spaghetti western assolutamente originale che si pone come re del genere ibrido cowboy e mostri. La trama vede un sanguinario Billy the kid vampiro tiranneggiare la città di Deliverance arrivando ad uccidere persino bambini per creare il suo regno del terrore. Arriveranno a salvare il mondo un manipolo di reietti dall’inferno, con il destino già segnato dalla morte, capitanati dalla bella Rayne. Non può mancare tra questi il leggendario Pat Garret, interpretato da un redivivo Michael Parè, affezionato delle produzioni del regista. “Bloodrayne 2” è un film sanguigno, crudo, che riesce a citare modelli aurei come Peckinpah senza svilirli. Basti pensare al lungo finale dove buoni o cattivi senza distinzione vengono crivellati da colpi e vanno inesorabili verso la morte. Delude un po’ la scelta dell’attrice protagonista Natassia Malthe, priva della carica di sensualità della bellissima Kristanna Locken, ma è poca cosa in un film che riporta alla luce vecchie follie cinematografiche fatte di incontri inverosimili fra personaggi storici e di finzione, come l’ormai cult “Billy The kid vs Dracula”. Tra gli attori spicca invece l’estroso Zack Ward che presterà il volto del folle personaggio principale dell’ancor più folle “Postal”. Un western sicuramente bizzarro, ma tutt’altro che disprezzabile, che paga a volte forse una messa in scena troppo televisiva, retaggio dell’idea di farne un pilot di un’ipotetica serie tv.
di Andrea Lanza

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