Tuesday, September 25, 2007

FUNNY GAMES di Michael Haneke (1997)

Un film con le controballe, una di quelle chicche scovate sotto quintali di sterco in un edicola vecchia e fatiscente, pornazzi sparsi e commediacce di tutti i tipi e nel mezzo sto filmozzo dal titolo godurioso, lo prendo me lo guardo e penso: conosco il regista Haneke è quello della “Pianista”! Un po’ perplesso per l’acquisto torno a casa e lo guardo senza velare diffidenza mentre scarto il paccotto e clicco play. Che sorpresone mi aspettava,un film godurioso come pochi, forse non mi si attaccavano cervello e cervelletto cosi dai tempi di Kids di Larry Clark. La vita di una tranquilla famiglia anche un po’ tristina sul modello di genitori in blue jeans in versione austriaca composta da padre, madre e un figlio viene rallegrata dall’arrivo di due imbecilli laccatissimi e perbenistici con l’unico vizio di essere maledettamente sadici e amanti delle torture. I due sotto le sembianze di due ragazzi ultraeducati hanno l’indole del miglior serial killer, la cosa interessante è che i due non spaventano nessuno con il loro aspetto da chi ha fatto il liceo dai preti e questo permette al regista di articolare la paura con tempi molto dilatati e dare ai due villanzoni il tempo di diventare sotto gli occhi dello spettatore sempre più sadici e sempre più maledettamente reali ed agghiaccianti. Quello che spiazza lo spettatore è l’ambientazione e l’articolazione degli eventi strutturata in maniera realistica, la verosimiglianza con quello che potrebbe accadere a chiunque in qualsiasi momento a detta mia non era mai stata cosi vera sugli schermi di nessuna tv, neanche nelle ricostruzioni di documentari e simili. La possibilità di salvarsi per la famiglia sono tolte sin dall’ inizio dal regista che quindi mette subito in chiaro con chi guarda che dovrà assistere ad un calvario lungo e crudo, ci sono intermezzi metal nella colonna sonora che sono li ad urlare a detta mia la rabbia di chi vive l’inspiegabile e l’irrazionale follia dei due. Di tanto in tanto, uno dei due fetentoni si rivolge alla telecamera e dialoga con noi dietro lo schermo, un esperimento di metacinema che ci ricorda che siamo spettatori di uno spettacolo nel quale possiamo solo fare il tifo per l’uno o per l’altro, ma dove non c’è concesso intervenire, un modo come un altro per ricordarci che in quel caso come nella vita di tutti giorni noi siamo spettatori inermi di quel che vorremmo non accadesse. Straordinari tutti gli interpreti, film da vedere e possedere, ora lo stesso regista sta lavorando ad un remake dello stesso film per la macchina Hollywoodiana: non lo vedrò!

di Salvatore Ferraro

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