Il termine claustrofobia caratterizza la serie degli Alien, certo è abbastanza ovvio considerando che ci si trova all’interno di navi spaziali e di basi sperdute in pianeti infestati da mostri ammazzatutto. Se da una parte il piccolo alieno, partorito dalla mente perversa e geniale dell’artista H.R.GIGER, si farà una bella corsetta all’aria aperta in ALIEN VS PREDATOR, in questo ALIEN III sembra ancora più sotterrato e nascosto negli anfratti di questo sporco mondo, anzi di questa sporca galassia. In questo film si raggiunge il livello massimo di claustrofobia e non solo per le strutture in cui si svolge l’azione. Ci troviamo in un pianeta sperduto adibito a prigione, con pochi contatti col mondo esterno e dei prigionieri piuttosto pericolosi, tenuti al giogo da una sorta di religione che il carcerato più sveglio ha deciso di instaurare. In parole povere il pianeta in questione è idealmente fermo al medioevo e se prima era solo l’inferno dei peccatori a far paura, con l’arrivo della nostra amica Ellen Ripley (Sigourney Weaver), direttamente dalla nave di ALIENS SCONTRO FINALE, la paura del peccato dei prigionieri aumenterà in vista delle sue natiche e un piccolo ospite è inoltre sbarcato di nascosto sul pianeta, uno di quegli esseri che danno il titolo al film e alla serie. Il regista David Fincher confeziona un capitolo diverso dagli altri, in un certo senso fuori dal coro, infatti rispetto alla serie si trova tra due fuochi: ALIENS SCONTRO FINALE che è la versione action- guerrafondaia per eccellenza, molto anni ’80 e videoludica nella struttura, e il quarto capitolo ALIEN LA CLONAZIONE in cui si gode da quanta azione e momenti cool ci vengono propinati senza pietà attraverso le gesta di un cast da mille una notte a Parigi (il cast è in parte francofono). Questo alien è un momento di riflessione, una pausa malata che esaspera l’angoscia dei personaggi. La bravura degli attori, tutti molto ben calati nelle parti, rende il tutto coinvolgente nonostante gli eventi non vantino certo imprevedibilità, ma non è questa l’attrattiva del film, è l’atmosfera cupa e opprimente che rabbuia l’animo ad essere evocata alla perfezione. La trama non riserva particolari sorprese, ma è tutto incanalato attraverso solide pareti d’acciaio come quelle della stessa fonderia dove si consuma buona parte del film. La Weaver è in stato di grazia, passa dall’essere una donna emotivamente distrutta all’inizio del film ad una incapace di provare nulla se non determinazione dettata dalla disperazione, è davvero eccitante vederla vestita da carcerata e mischiata ai prigionieri, come una tanica di benzina vicino a delle torce accese. La figura della protagonista inizierà da questo film un percorso verso la disumanizzazione, per raggiungerla quasi del tutto nel quarto capitolo.
Un film che è stato molto sottovalutato, ma d’altra parte il pubblico a cui è rivolta la serie è vastissimo e siamo all’interno dell’ambito blockbuster, appena si cerca di creare qualcosa di lievemente diverso dai soliti canoni, o di lievemente più arguto, il palco si incrina e rischia di cadere fragorosamente. Senz’altro un buon film da recuperare, e guardandolo nell’insieme degli altri capitoli è stato una sorta di cambio di registro necessario alla vitalità di tutta la serie. Primo capitolo a parte, questo ALIEN III è senz’altro il più intelligente tra i film sui mostri sputa acido by H.R.GIGER.
di Davide Casale
Tuesday, September 18, 2007
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