Vi è mai capitato di perdere qualcosa dentro casa, in una stanza magari,sapete che è lì ma non la trovate e siete coscienti che non può essere sparita. Dopo un po' il vostro cruccio è scoprire dove sia finita al di là della sua utilità,solo per svelare il segreto della scomparsa di quell'oggetto. Unico, vero successo del franco-fiammingo George Sluizer, tanto da girarne egli stesso il remake americano con più soldi ed attori di nome, quel Vanishing con Kiefer Sutherland e Jeff Bridges, Spoorloos entra nella storia come uno degli horror-thriller più atipici per via delle sue caratteristiche peculiari. La semplicità della vicenda è straniante per la possibilità di essere comune a chiunque se riflesso di una follia anche essa neanche troppo rara da trovare. Rex e la sua ragazza Saskia sono due olandesi in vacanza in Francia. Si fermano ad una stazione di servizio e,semplicemente, Saskia scompare nel nulla. Attraverso dei suggerimenti sappiamo che il suo rapitore è Raymond Lemorne, un buon padre di famiglia, un insegnate di scienze del Liceo, un uomo comune. Quello che ci rimane ignoto però è il perchè,il come e soprattutto che fine abbia fatto Saskia. Intanto Rex,passati 3 anni,è perseguitato dal ricordo della ragazza e ancora indice campagne per trovarla. Questa ossessione non gli permette di crearsi una nuova situazione sentimentale nè di pensare ad altro. Mosso da compassione o da follia, Raymond decide di rivelare tutto ma in maniera tutt'altro che semplice. Spoorloos è quella che si dice una ottima sceneggiatura e l'uovo di colombo. Un bilanciamento tra narrazione ed ironia che ci racconta di come l'ossessione inspiegabile verso qualcosa piò portare la gente a compiere azioni immotivate. E' questo il succo che permette al film di non avere forzature. A questo si aggiunga la scena più claustrofobica della storia del cinema, tanto terrificante da essere ripresa da Tarantino (ma non diciamo altro).
di Gianluigi Perrone
Tuesday, September 18, 2007
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