Sunday, September 23, 2007

WRONG TURN 2: DEAD END Joe Lynch (2007)

E ci risiamo. Squadra che vince non si cambia. Però a leggere i dati al botteghino sembra che “Wrong turn” non abbia incassato chissà che cifra esorbitante, eppure i produttori sono tornati alla carica con un sequel stavolta solo per il dvd. Il regista Rob Schmidt (in altre faccende affaccendato) viene rimpiazzato dall’esordiente Joe Lynch e il cambio, diciamolo senza problemi, è dei peggiori.
Il nuovo acquisto sfoggia senza dubbio un linguaggio dilettantesco, non una sola scena pecca di virtuosismo o di un minimo di stile, tutto è lasciato alla dea bendata degli artisti fortunati. Eppure “Wrong turn 2” non è alla fine un brutto sequel grazie anche ad un cast azzeccato e da un ritmo movimentato. Certo è che la sceneggiatura è brutta tanto quanto la regia, vecchia di almeno dieci anni come idee. Diamine l’idea del reality show che sfocia nel massacro da quante pellicole è stato abusato? La telecamera che segue i giovani attori non sa di “Blair witch project”? Non solo, gli autori di “Wrong turn 2” si divertono a riproporre pari pari al capolavoro hooperiano “Texas Chainsaw massacre” la cena a base di carne umana con la protagonista legata, in un omaggio che diventa un plagio fastidioso. Eppure, come detto non ce la sentiamo di bocciare a priori il film, il budello abbondante e sanguinoso c’è ( tra l’altro l’accoltellamento di una ragazza da parte di una mutante gelosa è molto d’effetto), non ci si annoia mai e gli effetti sono rozzi, ma fanno il loro dovere. La storia è sempre la solita, variante più variante meno, ma Erica Leerhsen per esempio è uno di quei volti che spaccano lo schermo (e la sua scelta sicuramente è data dal fatto che è interprete di “Blair Witch project 2” ne siamo sicuri). Poi c’è quel fottuto pazzo di Henry Rollin che gioca a fare il Rambo di turno in un mare di sangue non indifferente. E allora chi se ne frega della confezione o dell’originalità, nessuno candiderà all’Oscar “Wrong turn 2”, eppure fa il suo lavoro di horror più di tanti altri prodotti ricchi e meglio studiati.

di Andrea Lanza

No comments: