Nell’Inghilterra nel XIV secolo un giovane prete interpretato dal bravissimo Paul Bettany, attore che il regista Paul McGuigan utilizza nuovamente dopo la sua grande prova in GANGTER N°1, si ritrova in un momento terribile della propria esistenza. Ha ceduto alla tentazione ed è andato a letto con una donna del paese, oltretutto sposata, e scoperto durante il fatto dal marito della donna fugge da quel luogo e dal villaggio iniziando a vagare per i boschi come un fuggiasco. Incontrerà una compagnia errante di attori i quali vivono grazie a rappresentazioni messe in scena di paese in paese. Nicholas, il prete fuggiasco, chiede loro di entrare nella compagnia e dopo che il capo di questi, un ombroso uomo interpretato da Willem Dafoe, lo ha accolto nel gruppo, giungono in un paesino governato da uno strano signorotto, niente meno che un misterioso e disturbato Vincent Cassel.
Nel paese è appena successa una tragedia, un bambino è stato ucciso e la madre sordo muta è stata incolpata del crimine; aspetta la forca. Parlando con la donna il capo del gruppo capisce che qualcosa non va, che non può essere stata lei, così anche Nicholas se ne convince e sarà lui a tentare di scagionarla, identificando il salvare la donna da ingiusta condanna come la propria espiazione personale.
Vedremo le indagini svolte dal giovane prete e dai suoi compagni di teatro all’interno di un paese del tardo medioevo, con le maldicenze, le superstizioni e la paura che caratterizza quell’epoca. La paura che derivava dal potere dei signorotti che alleati al potere temporale della chiesa spadroneggiavano dettando legge su ogni anima che si muovesse attraverso i loro possedimenti.
La storia è intrigante svelando poco a poco dettagli che spingono verso la verità, cosa non proprio sorprendente visto che a metà film già la si intuisce, ma il pregio sta più che altro nella cura che il regista dedica alle ambientazioni, alle scenografia. Il buio medioevo, il villaggio pieno di segreti e vergogne, paure e malefici è rappresentato alla perfezione anche nei volti del cast che emanano inquietudine e malcontento attraverso lo sguardo e le movenze, quasi un peso che recano sul capo.
L’espiazione del prete avviene inconsciamente, si nasconde nel suo ardente desiderio di salvare la donna accusata ingiustamente e di scoprire quindi il vero assassino del bambino. Alla graduale scoperta dell’infanticida si vedrà emergere nel dettaglio anche il gravissimo peccato di cui Nicholas si è macchiato, vi sono quindi due storie parallele, sebbene quella del prete sia quasi tutta incentrata nelle sue intenzioni esageratamente impulsive e nelle rivelazioni del finale, le quali si intersecano per giungere ad un epilogo drammatico ma forse più realistico rispetto a certe libertà di indagine che si prende il protagonista rispetto all’epoca in cui siamo.
Un film che non vanta certo una particolare originalità, ma si lascia apprezzare per la buona fattura.
di Davide Casale
Tuesday, September 18, 2007
Subscribe to:
Post Comments (Atom)
No comments:
Post a Comment