Monday, December 03, 2007

OMBRE (SHADOWS) di John Cassavetes (1959)

C'è del jazz nel film debutto alla regia di John Cassavetes. E non solo nei temi ma anche nell'atteggiamento sperimentale che il regista volle porre nella sua narrazione. Certo c'era della nouvelle vogue, c'era una certa europeicità nell'occhio del regista ma soprattutto c'erano tutti gli elementi principali che Cassavetes porterà nelle sue opere migliori. Hunsbands, Minnie & Moskowitz, A Woman Under Her Influence, sono tutti contenuti in stato embrionale nel film, le idee di sceneggiatura, i momenti di follia dei personaggi ed il loro essere squisitamente egoisti. Tutto nel mondo dei musicisti neri di Manhattan. C'è molto di Leila in quello che sarà Gena Rowland in futuro, una ragazza nè nera nè bianca, splendida ma che vive il pregiudizio del suo spasimante sono quando questi si accorge, dai suoi fratelli, di essere di sangue afroamericano. E Leila vive questo amore con spregiudicatezza e appassionato travaglio. Così come il gruppo di bulletti scipafemmine non è altro che un riflesso dei mariti sconsiderati di Husbands. Rigirato per metà, il film ebbe due versioni, di cui una ritirata e scomparsa per 50 anni, creando contrasti tra il regista ed il produttore. Ancora embrionale ma fondamentale per la conoscenza della poetica del regista.

di Gianluigi Perrone

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