Tuesday, December 18, 2007

LA MASCHERA ETRUSCA (2007) di Ted Nicolau

Dispiace dirlo, soprattutto dopo aver letto le lodi tessute sul mensile “Nocturno” a questo film, ma “La maschera etrusca” è pellicola orrenda. Dispiace anche perché poteva essere occasione per parlare bene di un prodotto che di italico ha quasi tutto, dall’ambientazione alla produzione. Invece il pastrocchio girato dall’ex enfant prodige della Full Moon, Ted Nicolau, non appassiona mai, risulta stilisticamente raffazzonato ed è interpretato da attori cani mal serviti da una sceneggiatura pedestre. Se si pensa che lo stesso plot poteva portare nelle mani sapienti di un Sergio Martino o di un Armando Crispino ad un thriller horror come i grandissimi “Assassinio al cimitero etrusco” e “L’etrusco colpisce ancora”, si capisce come questa pellicola sia occasione sprecata. E neanche inizia male, a dirla tutta, con un intro che ci mostra una strana compravendita di un elmetto antico e della scoperta che esso porta terribili sciagure a chi lo possiede. Il film continua ancora meglio con questa strega che sussurra parole incomprensibili ad un anonimo ragazzo e la macchina da presa che fluttua intorno a lei come l’Argento migliore, quello di “Suspiria”. Poi tutto cade nel niente, il plot si sfilaccia nella solita mattanza di giovani e con un finale esorcistico delirante. Dispiace anche che Siena sia usata tanto male come scenario per imbastire uno strong dvd come tanti mille uguali. A favore del film bisogna dire però che il reparto effetti speciali è notevole (con l’apice di un magnifico demone alato) e la pellicola su questo piano ha una dignità non indifferente. Peccato però che tutto è mal servito e a nulla valgono gli sforzi produttivi se i dialoghi sembrano usciti da un film porno e la messa in scena ricorda le telenovelas di Rete 4. Nota a margine: lo stregone sul letto ricorda moltissimo “Testament- the Legacy” di Richard Marquand, uno dei ripoff più famosi di “Suspiria”. Che sia un caso o meno non ci è dato saperlo, ma questo non toglie né aggiunge valore a questo scarso film. Da evitare come la peste.

di Andrea Lanza

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