Non è stata la delusione del pallido successo di Dead Silence a convincere James Wan a cambiare lo sceneggiatore con cui aveva condiviso l'exploit di Saw. Infatti Leigh Whannell è in Death Sentence come attore. Wan è stato attratto dal desiderio di ogni fan di genere di fare un film sulla vendetta, di riportare in auge la figura dei giustizieri inarrestabili e rocciosi come Charles Bronson e Dirty Harry. Dato che è ormai evidente un ritorno ai temi, ecco che il secondo libro di Brian Garfield, sequel di Death Wish da cui è tratto il film di Michael Winner, diventare una pellicola. O meglio: Death Sentence ha solo il titolo del romanzo di Garfield perchè il resto non ha nulla a che vederecon la storia. Il succo invece è che un normale impiegato a cui hanno ammazzato il figlio durante una rapina, decide di farsi giustizia da sè visto che quella ufficiale non funge. Storia vecchia come il cucco, quasi banale se non fosse che, per evitare di essere accusato di giustizialismo, lo sceneggiatore Ian Jeffers decide di ricercare le colpe di tutto questo caos nella società e nell'imprevedibilità del caso. A rendere una traballante sceneggiatura un grande action sono un protagonista come Kevin Bacon e la regia pazzesca di James Wan. Non è una bestemmia dire che Wan ha l'approccio vigoroso alla regia dei migliori (Walter Hill, Michael Mann,J. Lee Thompson...), non ha una poetica ma ha la grammatica giusta e non ha paura di sperimentare. Ricordate il piano sequenza di Ong Bak? Nulla in confronto a uno dei più grandi inseguimenti mai visti, una scena talmente di azione da dover prendere le medicine per il cuore anche se non si soffre di problemi cardiaci, dopo averla subita. Se Wan avrà modo di trovare la strada giusta non vi sono dubbi che farà cose gigantesche.
di Gianluigi Perrone
Tuesday, December 11, 2007
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