“Living death” fa parte dei soliti film diretti al mercato dvd senza arte né parte. Non serve strillare sulla copertina il nome di bellone ormai incartapecorite come Kristy Swanson (Buffy, Ammazzampiri 2) o la scritta unranted quando non si capisce quale mente malata applicherebbe dei tagli ad una pellicola così rovinosamente televisiva. E’ vero c’è il budello alla Antropophagus, un paio di scene sono disgustosamente compiaciute, ma una serie tv come CSI ha molto più splatter da esibire che questo innocuo filmetto senza estro. La curiosità semmai (che potrebbe attirare qualche sventurato) è la similitudine con un piccolo cult movie degli anni 90, “Sepolto vivo” di Frank Darabont (“Il miglio verde”) con Tim Matheson e Jennifer Jason Leigh, tratto (alla lontana) da Poe. Ma le somiglianze si perdono man mano che la storia di questo “Living death” prende strade stupidissime fino ad un finale demente ed incomprensibile. La trama vede un ricco e depravato uomo, con il vizietto per antiche macchine di tortura, essere ucciso dalla moglie e dal suo migliore amico. Ma un errore nel dosaggio del veleno (estratto di pesce palla come una mitica puntata dei Simpson) lo renderà una specie di zombie incazzato col mondo e coi suoi assassini. Di horror però c’è poco, il resuscitato ha solo delle grandi occhiaie e uccide a destra e a manca per i motivi più cretini, di tensione men che meno, meglio stare a casa a vedere, che so, qualche bel serial tv thriller come “Cold case” o “Dexter”. Più brividi sicuramente e nessun complesso di colpa per aver buttato via il nostro prezioso tempo con queste stronzatine buone per un cestone da discount. Per assurdo il regista Erin Berry è il produttore di un horror demoniaco non male, “5ive girls” con Ron Perlman. Si vede che la regia non fa per lui.
di Andrea Lanza
Saturday, December 08, 2007
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