Strano teen movie, vincitore di diversi premi, e da noi uscito in ritardo (e in sordina) nelle sale dopo quasi 3 anni. “The brick” fa fatica a partire, la trama risulta molto contorta e non ci si riesce ad affezionare molto ai personaggi che, neanche ventenni, parlano e agiscono come adulti. Ma appena si capisce il gioco intellettuale del regista Rian Johnson il tutto comincia a combaciare perfettamente e il film riesce ad appassionare e a catturare. Non capita tutti i giorni d’altronde di vedere un vero film noir poliziesco con un’ambientazione tanto bizzarra: il college. Ecco quindi che il preside agisce come un poliziotto bastardo e il protagonista, tra amori ammazzati e dark lady fameliche, prende cazzotti come Robert Mitchum e sbroglia una matassa più grande di lui. “The Brick” è un film probabilmente fatto col cuore, un atto d’amore verso un genere che ha avuto il suo massimo apice a cavallo tra gli anni 40 e 50 con grandi opere chandleriane come “Il grande sonno” di Howard Hawks. “The Brick” però è anche un film avanguardistico, quasi cronenberghiano, che se ne fotte dei rigidi canoni dei generi per creare un idea diversa del racconto proposto: la carne si sfalda meravigliosamente per essere plamata e riplasmata a piacere del regista, la storia, sempre quella, diviene meravigliosamente originale anche se originale non è. Il film ha rastrellato per il mondo premi su premi, meritatissimi, anche grazie al grande lavoro recitativo del cast, ogni attore più bravo dell’altro. Rian Johnson poi dimostra di avere grandissimo senso dell’umorismo creando situazioni ai limiti del demenziale senza mai affondare nella cretineria parodistica: tra tutti il personaggio del Perno, il cattivo dei cattivi, una specie di Stewie Griffin più grande, che vive nella cantina della casa materna spacciando droga in tutta la città e impartendo ordini mentre la mamma serve succo di frutta ai suoi sgherri. Non mancano i grandi momenti drammatici, come il plumbeo finale, quasi alla “Seven”. L’eroe alla fine malconcio e pesto perde tutto, amore, ricordi nei quali aggrapparsi, non ha neanche una sigaretta da accendersi come i grandi classici di Chandler. “Che ti ha detto?” chiede l’amico al protagonista “Niente: una parolaccia” è la risposta. E il vento che avvolge la verità nascosta è davvero il più freddo di tutti. Da vedere.
di Andrea Lanza
Sunday, December 09, 2007
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