Quello che fa di Pelham 123 uno dei migliori classici crime action degli anni 70 è la bomba ad orologeria innescata nella sceneggiatura di Peter Stone ma già nel racconto di Morton Freedgood (che firmò come John Godey). Infatti raramente una storia dannatamente semplice ha raggiunto il ritmo del film di Sargent, il classico uovo di colombo che ha fatto scuola, determinando il successo dei vari Die Hard e Lethal Weapon. L'idea vincente è l'attacco al cuore della città, o meglio ai suoi vasi sanguigni, ovvero la complessa rete sotterranea che è la metropolitana di New York. Un gruppo di criminali anonimi, vestiti alla stessa maniera e che si chiamano con nomi di colori (vi ricorda qualcosa?) prendono in ostaggio i passeggeri di un vagone della metropolitana di Manhattan e tengono in pugno la polizia. Una situazione inedita ma plausibilissima (strano che il film non abbia ingenerato emulatori) che lascia sbigottite e impreparate le forze dell'ordine. Sarà paradossalmente il responsabile della Transit Authority a trovare la soluzione del gioco. Sargent non è mai stato un virtuoso della macchina da presa ma,come dimostrato anche in White Lightning, ha l'idea degli spazi e dei tempi, dei ritmi cinematografici nonostante la propria carriera sia stata principalmente televisiva, e lavorando per sottrazione va dritto al punto. Il tutto coadiuvato da un cast perfetto, un'orchestra che suona all'unisono un'aria tesissima.Walter Matthau, Robert Shaw, Hector Elizondo, Jerry Stiller, Martin Balsam, tutti sopra le righe ma incredibilmente reali. Un cult assoluto.
di Gianluigi Perrone
Subscribe to:
Post Comments (Atom)
No comments:
Post a Comment