Il primo Cassavetes a discostarsi dalla sua produzione classica, decisamente più lineare e se vogliamo commerciale nonostante evidenti sottotesti di riflessione profonda. Un classico film che tratta della situazione nelle case di cura mentale e per bambini "difficili". Cassavetes racconta di un istituto di cura dirigendo diversi ragazzi mentalmente disabili, ritardati o affetti da sindrome di Down e il loro processo attraverso un ragazzo emotivamente difficile che viene mandato in quella casa e che si chiude in sè stesso ed il punto di vista dei suoi tutori, l'uno, Burt Lancaster, motivato,esperto e cosciente del problema, un personaggio dedito al suo ruolo, l'altra Judy Garland, che impara attraverso i propri occhi una realtà che, all'epoca come oggi, si tendeva a tenere nascosta. Come spesso accade nei film di Cassavetes c'è una ambivalenza di veduta, tendendo ad accettare i due punti di vista, come il conflitto della madre del bambino, Gena Rowland, su cosa sia meglio per il figlio. Grande coraggio da parte di Stanley Kramer a produrre un progetto così complesso con un tema talmente ostico.
di Gianluigi Perrone
Monday, December 03, 2007
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