Monday, May 22, 2006

TELEFON

La sola idea di veder lavorare Don Siegel con Charles Bronson avrebbe fatto tremare i polsi a gente di ben tosta pellaccia. Il
regista che,tra le altre,avrebbe contribuito a plasmare,insieme a Sergio Leone,una delle figure più idolatrate nonchè uno dei
registi più significativi a cavallo del secondo millennio. Naturalmente si parla di Clint Eastwood che con Siegel ebbe non solo una forte amicizia ed una assidua collaborazione ma un rapporto da lui definito di apprendistato che ben più di quello nei
Western della trilogia del dollaro,formerà gli stilemi del suo cinema. Era quindi nella natura delle cose che dopo la saga
dell'ispettore Callaghan,Siegel lavorasse "l'altro" giustiziere per eccellenza,la figura brulla e imperscrutabile di Charles
Bronson. E la sorpresa sta proprio nella pellicola,l'unica insieme, che li vide nei titoli insieme. Telefon infatti è un esperimento
singolare di fantapolitica,più inedito per Bronson che per Siegel che aveva già all'attivo un capolavoro come L'Invasione
degli Ultracorpi.Bronson interpreta il Maggiore Grigori Borzov,dei servizi segreti russi. L'agente del KGB viene informato di una diabolica macchinazione da parte del governo russo durante la guerra fredda. Una seire di agenti scelti in qualità di kamikaze sono stati privati della propria personalità mediante un lavaggio del cervello,sono stati sitruiti per credere di essere cittadini americani dopo essere stati addestrati a compiere atti suicidi di terrorismo,sono stati "disattivati" e messi a vivere normalmente negli States. Il piano era di poterli attivare,in caso di bisogno,per telefono(da qui il titolo) pronunciando una frase specifica. L'accordo di non belligeranza tra URSS e USA aveva portato le autorità del KGB a far vivere tranquilli i
kamikaze,che qui vengono chiamati "sleepers" per il loro stato di stasi mentale come se nulla fosse. Qualcuno però,che evidentemente conosce il segreto,sta attivando gli "sleepers" causando degli apparentemente inspiegabili atti di distruzione. Il Maggiore Borzov viene mandato a scoprire l'intrigo con ogni mezzo,affiancato controvoglia da un'avvenente agente della
CIA. Il film che Siegel trae dalla novella di Walter Wager sembra sospeso in uno stato ipnotico come quello degli "sleeper". L'aria che permea il film è invernale e misteriosa,tipica da spy-story della cortina di ferro e riesce a catturare sin dai primissimi minuti,anche grazie alla stupenda colonna sonora di Robert Frost. Don Siegel atttraverso il tema del meta-spionaggio riesce
a delineare lo stato d'animo che c'era tra le due nazioni durante la guerra fredda,quando la pace era legata a equilibri sconosciuti alle masse e vertiginosamente instabili. Ottima prova di attori sia per Bronson che sperimenta un ruolo insolito che per Donald Pleasance che caratterizza perfettamente il suo personaggio. Da riscoprire.

di Gianluigi Perrone

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