Wednesday, May 03, 2006

SEE YOU AFTER SCHOOL Lee Seok-hoon (2006)

Divertentissima commedia degli equivoci del giovane regista esordiente Lee Seok-Hoon(dopo i due corti For the Peace of All Mankind e Super Glue)See You After School(Banggwa-hu oksang)è l'ennesima prova di come,nonostante qualche scivolone recente,il cinema koreano sappia produrre opere interessanti e "superiori" rispetto alla nostra media. La pellicola racconta le vicende del "caso clinico" Namgung Dal ,talmente "nerd" da essere sottoposto a studi specifici che realizzino le cause della sua sfiga immane. Questa caratteristica non può che scatenare le ire dei soliti bulli,che a scuola torturano letteralmente il povero Dal e i suoi "simili".Quando il gruppo di pestatori più duri della scuola darà appuntamento all'improbabile personaggio per il Nostro scattera un fatale conto alla rovescia verso la morte certa,durante il quale cercherà in tutti i modi di scampare al fatale destino,aiutato da un'altro surreale personaggi,Yeong-seong,esperto nel mimetizzarsi per evitare i sistematici pestaggi.Purtroppo il destino rio e infame genererà le situazioni più rocambolesche e surreali tali da impedire a Dal di sfuggire al tanto temuto incontro.Paradossalmente però,gli eventi impossibili porteranno a far sì che intorno a Dal si crei un mito di invincibilità e pericolosità(alimentato dal pallonaro della scuola)per cui i suoi carnefici faranno un'inaspettato dietro front per allearsi con lui.La ovvia catarsi finale vuole che alla fine il protagonista prende coscienza di sè e i poveri sfigati abbiano la loro rivincita contro le angherie subite.Al di là della trama,perfetta e funzionale come una bomba ad orologeria,la regia appare immediatamente perfetta e,come spesso nelle produzioni koreane,virtuosa come è raro in
produzioni in fin dei conti leggere come questo.Grandissima prova di personaggi,tra tutti il protagonista Bong Tae-gyu(Jungle Juice),perfettissimo e di una fisicità unica.Pare di vedere Benigni nei periodi d'oro e le spalle non sono da meno.Ci si sbellica alla grande tenendosi la pancia e l'atmosfera leggera e surreale riesce anche a giocare con lo spettatore grazie a
diverse,ciniche,intuizioni di script.

di Gianluigi Perrone

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