Tuesday, May 16, 2006

BULLET BALLET di Tsukamoto Shin'ya (1998)

Dal regista di TETSUO e TOKYO FIST, un film dalla potenza visiva impressionante, movimenti di camera anfetaminici e innovativi come già in TETSUO. Un bianco e nero che fa di ogni immagine una fotografia da osservare, Poco più di un’ ora e venti minuti per una storia che sembra lei stessa dare vita la film, ricca di personaggi sopra le righe ma pregni di una densa disperazione metropolitana. La gang di rocker che si scontra con la gang di punk in una Tokyo decadente è quasi surreale nella sua crudezza. Frase di impatto che racchiude tutta la rabbia di una città, recita più o meno: “Nei sogni si uccide chi si vuole e non si viene mai presi, a Tokyo si vive un sogno”.
La colonna sonora si distingue tra lunghi silenzi che accompagnano fermi immagine e pezzi industrial post-atomici. Scene di pugilato estreme che non possono che richiamare TOKYO FIST e spezzano con le sequenze statiche in maniera improvvisa come un colpo di pistola, tema principale è appunto una pistola, il desiderio di un uomo ferito di avere un’ arma per compiere una vendetta che va più contro se stesso che contro altri. Si respirano le atmosfere di TETSUO in più punti, metallo e trasformazione del metallo sono solo accennati, non vi è fusione biomeccanica, ma Tsukamoto mantiene il suo stile di quella Generation X (l’onda cyberpunk) che lo ha reso celebre, termine che casualmente, ma fa pensare, è omonimo al gruppo di Billy Idol degli inizi e che molti anni dopo interpreterà un videoclip significativo quale “Shock to theSystem”, ispirato senza dubbio al classico del regista.


di Davide Casale

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