Molto spesso si sente in giro gente dire che c’è regressione e che non si può far nulla, non ci sono neanche i soldi per mangiare una pizza con lei, come dicevano i giganti nella song “Mette dei fiori nei vostri cannoni”. Io molto spesso preferisco fare orecchie da mercante e non sentire lamentele e luoghi comuni, la volontà e la passione per le cose prescinde dai mezzi, l’unico vero limite sono le capacità e l’ingegno che molti non hanno. Un esempio lampante è questa pellicola girata nel 1980 dall’immenso Fernando di Leo, questo film nasceva con lo stesso Budget che ha un bimbo la domenica prima di andare a messa, gli attori in alcune scene sono cosi pallidi che sembrano reduci da un naufragio sull’isola dei famosi senza cocchi. Il film sicuramente non è il suo capolavoro, anzi di tanto in tanto zoppica un pochino, ma come tutti i film di Di Leo fa godere come ricci gli amanti del caro cinema di genere che fu. Il film è stato girato in un’unica location: un chalet di montagna! La pellicola si apre con l'evasione dal carcere del criminale Joe Brezy che dopo la fuga tira dritto sullo sgangherato chalet ( con il budget che avevano non si potevano permettere di farlo passare con una Ferrari per Forte dei Marmi!) dove sembra abbia nascosto il bottino di una sua precedente rapina, ma c'e qualcosa che non va, infatti l'abitazione risulta occupata da tre persone, un uomo e due belle gnocche (sorelle). La trama easy sembra il preludio al classico filmozzo di genere, con donne molto zozzone ed attratte dal violento e sexy cattivone, invece il film per nostra fortuna nasconde qualche variazione sul genere anche perchè l’armonia tra gli abitanti dello chalet non è idilliaca ( roba di kamasutra mistico e cornificazioni multiple). La succitata situazione ci permette d’ assistere ad uno scambio continuo di alleanze tra il malfattore e le pseudovittime, fino a giungere ad un finale tirato un po’ giù cosi , tra una tetta e un pugno in bocca. Riconosco al regista l’intento“rape and revenge” del finale (anche se in realtà non lo è in maniera craveniana) ma credo che la fame e il freddo ( le attrici tutte nude) sul set di montagna cominciavano a farsi sentire e giustificano in parte il finale frettoloso, comunque “ Vacanze per un massacro”merita una visione spassionata con una birrozza gelida in mano e possibilmente una bella tipa con il petto gonfio affianco!
di Salvatore Ferraro
Wednesday, October 03, 2007
Subscribe to:
Post Comments (Atom)
No comments:
Post a Comment