Sarò io. Devo avere degli anticorpi che mi permettono di assemblare qualsiasi informazione da un film del genere. Pop Skull guarda con ingordigia a Tsukamoto e Lynch. Wingar vorrebbe (o crede, che differenza fa?) far parte della loro prole. Sognare le stesse cose. Sperimentare le stesse tecniche. Pisciare pure nello stesso cesso se fosse possibile. Wingar non è il solo. Quello che la gente si deve mettere in testa è che sia in Tsukamoto che in Lynch (per quanto mi duole dirlo) c'è un idea di cinema. Quella che permette da più di cent'anni di raccontare storie. Non è la tecnica o il fatto di essere criptici. E' l'idea stratosferica che ognuno la sua storia la racconta come vuole lui (un pò come le barzellette). Quindi premesso questo voglio giudicare Pop skull solo per quello che è. Prima di tutto va chiarito un fattore; questo non è un horror. Pop skull è un film dilettantesco (niente scuse dei 3000 dollari), che si basa escusivamente su tre fattore: Lei lascia Lui, Lui si deprime e vede un fantasma, Lui fa la stronzata. Niente di più. Poteva benissimo durare 5 min. Eppure riescono ad allungare il brodo con una serie infinita di effetti allucinogeni. Divertente? Non credo. Qualcuno ha mai detto che i tempi di caricamento dello Spectrum era arte; no, preferivamo giocare. Qual'è allora il senso di tale operazione? Non riesco a spiegarmerlo. Un frase iniziale diceva "che il film poteva creare problemi a chi soffre di epilessia". Precauzione giustissima ma allora perchè nessuno si interessa a chi soffre invece di sonnolenza? Un idea per il cinema in generale.
di Daniele Pellegrini
Saturday, October 27, 2007
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