Wednesday, October 03, 2007

CANNONBALL di Paul Bartel (1976)

La “gara transamericana” ,corsa coast to coast condotta con qualsiasi mezzo mobile con ruote, è stata una istituzione clandestina ,appartenente al cuore dell’America,fino al finire degli anni ’70.Una tradizione simbolica,ancor più che folkloristica ,che è stata portata sul grande schermo molte volte.
Un rito quello dello sfrecciare sulle strade, in mezzo a paesaggi brulli,desertici,tra vecchie benzine e motel puzzolenti,che è particolarmente significativo negli U.S.A.,dove la precarietà lavorativa porta interi nuclei familiari a transumanze tra Stato e Stato,alla ricerca di uno spicchio di quella felicità che la stessa Carta Fondamentale degli Stati Uniti riconosce ad ogni uomo.
La rappresentazione di questa gara,fatta da Paul Bartel,è, rispetto alle altre, meno “per famiglie” ed ,ovviamente,molto Cormaniana.
L’ingombrante presenza di Corman e di tutto il suo entourage,che prendono parte allegramente al film come comparse,è rilevabile in ogni millimetro della pellicola.
Non manca nulla: dal grassone fedifrago,alla anziana coppia w.a.s.p.,dalla gang di motociclisti, fino al killer con le mentine;il tutto attorniato da esplosioni,salti mortali con le auto,scazzottate kung-fu style ed inseguimenti.
La vena di Bartel ci conduce tra le polverose highways americane su furgoncini pieni di ragazze,macchine nere con cantanti country e psicopatici, seguendo la rossa e sfrecciante auto di Roy Buckman,un David Carradine in perfetta forma,verso la vittoria ed i 100.000 $ del premio.
Ovviamente, una gara clandestina non può essere un ”gioco pulito”, ed infatti, un manipolo di criminali ,capeggiati da Bartel stesso,cercheranno di sabotare ed imbrogliare con qualsiasi mezzo, per ricavare una forte somma dalle scommesse illecite.
E,se la legge è regolarmente battuta,sbeffeggiata,lasciata in mutande,nel vero senso della parola,la morale del protagonista si eleverà sulla fredda legge della strada e degli affari,portando ad inaspettate conseguenze.

di Andrea Scalise

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