Thursday, June 07, 2007

QUALCUNO STA PER MORIRE (One False Move)di Carl Franklin (1992)

Dopo aver compiuto una strage a LosAngeles, due criminali, insieme alla loro complice, si dirigono verso Star City, un piccolo paesino nell'Arkansas. Li ad aspettarli ci sono lo sceriffo di zona e due poliziotti di Los Angeles. Dopo due prove non proprio esaltaltanti Carl Franklin, uno dei tanti protetti di Roger Corman, dirige questo delizioso film, tratto da una sceneggiatura di Billy Bob Thornton e Tom Epperson. L'aspetto sorprendente del film è il sintetizzare qualsiasi concetto (razzismo, provincia americana..), evitanto forzature nella storia. Tutto succede perchè non c'è altro un altro modo per procedere o magari perchè noi alla fine non conosciamo tutti i fatti. Lo stesso Thornton ci dice che la sceneggiatura " è venuta in un certo senso dal nulla. Ogni parte del film è basata sulla vita reale - non necessariamente la trama, ma i piccoli scorci, il contesto generale, la caratterizzazione dei vari personaggi". Ma quel che rende significativo questo film è come si sviluppa la storia, praticamente il plot è tutto giocato sull'attesa del contatto, quando finalmente i malviventi varcheranno le porte di Star City. Un attesa che si dilunga fino alla fine; tutto quello che c'è prima serve solo per far crescere la tensione, per esaltare quei bellissimi venti secondi finali, quando la storia avrà il suo meritato finale di sangue a ritmo di blues. La regia di Carl Franklin, fatta di essenzialità e tocchi di classe, faceva ben sperare per il suo futuro. Purtroppo dopo non si è mai ripetuto; anche se Il diavolo in blu e Out of time non erano prodotti disprezzabili, gli mancherà per sempre quel quizzo di genialità e impredibilità che aveva reso Qualcuno sta per morire uno dei film più attraenti degli anni 90'. Grosso impegno recitativo di tutto il cast: su tutti Michael Beach che, in mondo come quello del cinema, in cui conta sempre di più la parlantina, riesce a dare spessore al suo personaggio taciturno e complesso. Anche lui non si è mai ripetuto.Da riscoprire.

di Daniele Pellegrini

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