Wednesday, June 27, 2007

JACKIE BROWN di Quentin Tarantino 1997

Se Pulp Fiction è una lampante evidenza dello stile di Tarantino,Jackie Brown lo è della sua anima. Dopo l'inaudito successo del film precedente,il giovane regista del Tennessee aveva un grandissimo potere ma anche una grandissima responsabilità con sé stesso e con i fan. I secondi li ha trascurati ed ha deciso di fare quello che aveva sempre desiderato nella vita:fare un film con Pam Grier. La regina della blaxploitation,insieme alla presenza di Samuel Jackson nel ruolo di Ordell,hanno creato un po' di confusione sulla natura del film che proprio non rientra nei classici stilemi del genere. Infatti,che fossero i fortemente politicizzati film di Melvin VanPeebles e di Ralph Bakshi o le cazzate parodistiche di Rudy Ray Moore,quello che accomunava il genere era una presa di coscienza della comunità nera,cosa che è assolutamente assente nel film di Tarantino,checcè ne abbia detto qualcuno poco attento. Quindi l'omaggio di Tarantino è solo ai personaggi,Ordell e Jackie vengono da quei film ma vivono in un contesto diverso. Lo stesso Ordell è meno macchiettistico di quello che ci si aspetterebbe. Quello che probabilmente colpiva Tarantino era la personalità e la forza della Grier che probabilmente gli ricordava la madre,d'altronde QT è stato abbandonato dal padre da piccolo ed è stato cresciuto dalla madre quindi questo lato tutt'altro che misogino(altro misunderstandig da parte di alcuni)è comune e comprensibile. Jackie Brown quindi si presenta come il progetto più ambizioso,forse coraggioso più probabilmente incosciente,in cui Tarantino elabora un soggetto non suo(Rum Punch di Elmore Leonard)con l'intenzione di rispettare il modello adattandolo però al suo colorito universo,un'impresa non facile. Inoltre è evidente che Tarantino intende dargli uno spessore più forte,fugando qualsiasi critica passata,alla ricerca di un valore più autoriale per film. Ha in mano gli attori che vuole ma il suo istinto lo fa innamorare del personaggio di Samuel Jackson(qui in una delle migliori interpretazioni della sua carriera)e di "mamma" Jackie che diventa veramente un personaggio "larger than live". Questo a discapito sia di Robert De Niro che,non c'è nulla di male a dirlo,è decisamente fuori parte anche perchè si era proposto per il ruolo di Robert Forster(quindi Tarantino ha detto di "no" a De Niro,segno che l'amore per la sua arte di questo "big boy" supera qualsiasi timore reverenziale,comportamento bissato con Warren Beatty in futuro in maniera ben più incisiva). In jackie Brown Tarantino sembra morto e rinato in sé stesso,finalmente libero di fare tutto. Quindi Tarantino ravana nell'intimo e produce questo sentimento nostalgico,crea probabilmente involontariamente un film che sembra quasi parlare di terza età ma che in realtà è un desiderio di eterna libertà a cui il regista si presta in estasiata contemplazione. E' la contemplazione di ciò che è bello e che ora non è più quella di Jackie Brown che al di là di alcuni meccanismi non perfettamente oliati nella trama,dimostra alcune capacità registiche di Tarantino gigantesche da far tremare le vene all'interno dei polsi. Jackie Brown oggi è considerato il film di Tarantino che non piace a nessuno tranne a quelli che vogliono farsi i belli ma in questo film si vede molto più il percorso umano di quello professionale del regista,che ha bruciato a tal punto le tappe da aver fatto il suo vero capolavoro subito,già al suo terzo film. Il bello è che se Tarantino avesse fatto questo film nel 2023 sarebbe stato salutato come un genio assoluto,invece al botteghino fu un flop. Ironia galileiana.
di Gianluigi Perrone

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