Wednesday, June 27, 2007

HOME SWEET HOME di Pou-Soi Cheang (2005)


Prima di DOG BITE DOG Pou-Soi Cheang gira questo horror che in realtà proprio di un horror nella classica accezione non si tratta, sebbene ne abbia tutta l’apparenza. Il talentuoso regista, già apprezzato in LOVE BATTLEFIELD, non si tira indietro nell’esternare attraverso i suoi film riflessioni sulla violenza umana più becera, sia fisica che emozionale. Illustrando come i sentimenti si trasformino in odio e anche in terrore e come l’egoismo umano sia un’arma micidiale. Il tutto però è naturale e paurosamente umano. Pou-Soi Cheang è straordinario perché confeziona dei quadri che si muovono apparentemente allo sbaraglio guidati da una forza dettata dall’istinto e dalle emozioni, il regista non si pone e non ci permette di porci come giudici, quello che lui mette in scena sono uomini e anche noi lo siamo, casi estremi certo, ma che se li guardiamo con consapevolezza e calma diventano casi di tutti i giorni, estremizzati o meno che siano. Questo film mette al centro il dualismo che rivedremo in un’ altra forma in DOG BITE DOG, l’amore di due persone che si trasforma in morbosità omicida, l’amore che si trasforma in una forza inarrestabile e pericolosa. Il mettersi in gioco è il fattore fondamentale del film, chi avrà il coraggio di andare avanti saprà. Gli ambienti asettici della location principale del film, un palazzo ultra moderno fresco di inaugurazione, si contrappongono al mostro (?) che fa da protagonista alla locandina del film, sporco, fatiscente, strisciante e che bivacca tra le intercapedini del palazzo e dei modernissimi appartamenti, come un ratto intrappolato in un luogo in cui si è abituato a vivere, o meglio sopravvivere, ma con cui non dovrebbe avere nulla a che fare. Il titolo originale è GWAI MUK ma è uno dei titoli per il mercato estero, HOME SWEET HOME, ad essere perfetto, per il fatto che richiama il dualismo con la parola “casa” e con al centro “dolce”, la dolcezza prima della tempesta, ossia del dolore in cui il dualismo ha luogo in una concatenazione di eventi dettata come sempre dal fato, d’altra parte la condizione umana per Pou-Soi Cheang sono la sofferenza e il dolore come fattori pressoché incontrollabili, e di nuovo abbiamo un dualismo: dolore fisico – dolore emozionale. Il binomio lo abbiamo in maniera ancora più evidente nel film successivo DOG BITE DOG, fin dal titolo originale stesso: GAU NGAO GAU. HOME SWEET HOME è un’opera struggente, non si riesce a non partecipare a tanto strazio e le lacrime scendono automaticamente in un crescendo di emozioni contrastanti, orchestrate ad arte da Pou-Soi Cheang.

di Davide Casale

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