Paradossalmente Pulp Fiction è il film più semplice di cui parlare tra le opere di Tarantino. Praticamente non c'è nulla da dire,e stiamo parlando di uno dei film più influenti della storia del cinema! Già perchè a differenza di altre pietre miliari della settima arte non deve la sua grandezza all'importanza socioculturale della storia,alla rivoluzionarietà dello stile linguistico,a un particolare messaggio o modo di essere scritto o diretto rivoluzionario. Forse c'è tutto questo e nulla di questo in Pulp Fiction ma la cosa che lo rende indispensabile e capace di sostenere più e più visioni nel tempo è la sua perfezione nell'essere raccontato. Perchè Pulp Fiction è grandissimo perchè idealmente una puttanata,così come lo era Evil Dead che però può vantare lo stesso valore ma solo all'interno di un genere così a sé come l'horror. Il secondo film di Tarantino è l'intreccio di diverse storie di gangsters,neanche particolarmente originali. Quello che appare originale e familiare allo stesso tempo invece è la sua messa in scena. Se può essere paragonato a qualcosa,Pulp Fiction ha lo stesso effetto sullo spettatore dei Simpsons,altra invenzione geniale del secolo scorso. Non è tanto la fluidità a rendere leggera la visione di Pulp Fiction ma il continuo cambio di registro. E' molto più semplice per chiunque vedere diversi episodi di seguito rispetto ad una lunga storia intrecciata e PF solo a conti fatti è una unica storia. In realtà è una beffa geniale nascosta dietro una perfezione unica di regia,dialoghi,scenografie ed interpretazioni. Tutto ciò che avviene in quel film è estremamente assurdo e allo stesso tempo reale perchè questi personaggi si prendono il loro tempo ed esistono,con piccoli suggerimenti di cultura popolare che ci vengono innescati nella mente. Da questo punto di vista Pulp Fiction è universalmente subliminale. A tre quarti di film nessuno potrebbe negare che questi personaggi sono reali,realmente esistenti anche se in totale disaccordo con la realtà,così come avvine per alcuni personaggi dei cartoon e dei fumetti. Ancora,potremmo pensare ad un mondo in cui non esiste Homer Simpson?Oppure,sarà anche un papero vestito di marinaio ma nel nostro immaginario Paperino esiste,è vero! Questo perchè impariamo a conoscerli in quel breve lasso di tempo e sappiamo cosa farebbero,cosa sono,ci ricordano qualcuno. O ci ricordano noi o quello che vorremmo essere e dove stare,cioè in un mondo dove tutto è cool,cioè bello,affascinate,pericoloso,ridicolo...estremo. Estremo come tornare indietro con una katana per uccidere un gruppo di maniaci sessuali che stanno viontando un gangster negro in cantina. Se Tarantino abbia rubato la struttura dal cinema giapponese,oppure la coppia di gangster a Fernando Di Leo,poco importa. La certezza è l'influenza di Godard e quella di Aldrich ma sono talmente evidenti e dichiarate da rasentare il sublime. Se Tarantino è un ladro perchè nessuno ha saputo ripetere la stessa cosa e avere lo stesso successo? C'è qualcosa di più allora. C'è il principio dello storyteller che studio o ruberia che sia,è innato ed è innegabile talento.
di Gianluigi Perrone
Wednesday, June 27, 2007
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