Sunday, June 03, 2007

IL PASTO UMANO di Ryan Nicholson (2006)

Che schifo. Che schifo. Che schifo. “Il pasto umano” è quanto di peggio potrebbe capitare tra le mani di un fan del cinema horror. Lento, inutile, derivato, noioso, raffazzonato. Questa specie di pseudo “Hostel” dei poveri non terrorizza mai, non appassiona, la tentazione di mandare avanti col telecomando del dvd è sempre troppo grande. La trama segue cinque idioti americani in vacanza in Thailandia tra orrori folkloristici (un cane massacrato sotto i loro occhi) e delizie locali (il regista continua a inquadrare ripetutamente delle discinte ballerine di lap dance). Non si sa perché i cinque geni dopo aver sfidato un boss mafioso locale (patito di torture con la fiamma ossidrica) decidano di passare la notte in uno squallido albergo ad ore con cinema porno annesso. Ovviamente hanno scelto bene in quanto proprio quel luogo è scenario di una vero e proprio mercato dei porno snuff più brutali. Naturalmente ai danni dei turisti americani. Seguire la vicenda è quasi impossibile: ci si perde in trame e sottotrame lasciate lì senza approfondire, ma sicuramente al regista Ryan Nicholson non interessa minimante raccontare le vicende dei cinque ragazzi, la sua è morbosa attenzione solo per il binomio sesso/sangue. Peccato che, pur essendo un esperto di make up con alle spalle grosse produzioni come “Ghost Raider” o la serie X file”, cada proprio nella sciatteria del reparto “budellaro”. Se il paragone con “Hostel” è il più vicino, il film di Eli Roth, pur nella sua affascinante imprecisione, sembra quasi Bergman confrontato con quest’opera. Il digitale, i facili effetti da premier per “sporcare” la pellicola, la recitazione incerta non aiutano certo a rendere il tutto anche solo il minimo interessante. Esistono certo film brutti, ma deliziosi, non è il caso di “Il pasto umano” che a tutti gli effetti potrebbe concorrere per il titolo di “Ciofeca dell’anno”. Dispiace che vengano distribuite certe cose immonde e film più interessanti restino inediti nel nostro paese. Vogliamo “Bloodrayne” di Boll doppiato. Cazzo!

di Andrea Lanza

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