Wednesday, August 22, 2007

LO CHIAMAVANO TRINITA’, Enzo Barboni (1970)

Non è la prima volta che Bud Spencer e Terence Hill fanno coppia in un film, e nemmeno in un film western, ma a differenza di lavori come Dio Perdona…Io no, qui vi è una mutazione in chiave ironica. La comicità che pervade il duo segna l’alpha della commedia nello spaghetti western. Non è solo sabbia e polvere da sparo, vendette e duelli al sole bruciante, ma entrano prepotentemente in campo i giochini di astuzia di Terence Hill e le botte da orbi che sponsorizza l’ex campione di nuoto Carlo Pedersoli, in arte Bud Spencer. L’inizio del film è a dir poco un mito, il pigro Trinità ( Terence Hill) si fa trascinare su una branda trainata dal suo cavallo, sequenza di apertura accompagnata dalle musiche dei fratelli De Angelis, pezzi che entreranno nella storia del cinema Italiano di genere. L’incontro con Bambino (Bud Spancer), nomignolo che è in contrapposizione la forza bruta ma non col carattere scontroso-capriccioso dell’energumeno, non sarà dei più lieti, ma la loro rivalità tipica di due fratelli si placherà quando Bambino, da buon ladro di bestiame, illustrerà il suo piano di rubare una mandria di cavalli al maggiore Maggiore Harrison (Farley Granger) al fratello. Per mettere a segno il colpo i due fratelli non esiteranno a infiltrarsi in una comunità di Mormoni osteggiati dal Maggiore che vuole a tutti i costi impadronirsi del loro terreno per espandere i suoi pascoli. Trinità farà subito colpo sulle giovani ragazze della comunità, al contrario di Bambino fino all’ultimo sarà scontroso con chicchessia mascherando la benevolenza nel volerli aiutare con l’obbiettivo del furto e non ultimo un gran cuore. Le gag del duo qui si consolidano, i ceffoni di Bud Spencer dal tipico suono faranno impazzire le platee dei cinema dell’epoca, gli incassi al cinema saranno altissimi tanto da consolidare il duo nell’accezione comica e dare vita nel futuro a numerosi progetti anche al di fuori del genere spaghetti western. Distruzione, pestaggi, tutto in chiave ironica, grandi abbuffate di fagioli che nell’immaginario comune diventeranno i fagioli alla Terence Hill, particolari ormai eterni lanciati da questo film, che già dal titolo e nome di uno dei protagonisti entra nell’ olimpo del cinema di genere Italiano.

di Davide Casale

No comments: