Thursday, August 23, 2007

CRY BABY di John Waters (1990)

Cry Baby, un giovane ragazzo di Baltimora, un rocker ribelle e senza causa. La rappresentazione della gioventù bruciata Americana e contestatrice degli anni ’50. Un ragazzo affascinante dal ciuffo impomatato, dall’infanzia disastrata e destinato all’inferno. Il tatuaggio di una sedia elettrica che ha ucciso i suoi genitori, accusati di strage, è metafora della sua vita all’insegna di un futuro privato, della strada in cui è incanalato, una strada che sa di zolfo lastricata di rock’n roll, motociclette, macchine con le fiamme dipinte, giacche di pelle, profumo di brillantina e pupe sexy pronte a saltargli addosso. Cosa ci sarò di infernale direte voi, ma siamo negli anni cinquanta… La realtà di Cry Baby, interpretato da un giovane Johnny Depp si oppone a quella dei bravi ragazzi, i quali si definiscono “regolari”, quasi la contrapposizione che vi era in I RAGAZZI DELLA 56° STRADA. Ad inizio film ribelli e regolari sono in fila assieme per il vaccino, una cosa che tutti devono fare e che rappresenta l’unico punto che li vede uniti in tutto il film. In seguito sarà guerra aperta tra le due fazioni. Il giovane protagonista si invaghisce di Allison Vernon-Williams, interpretata da Amy Locane, la quale fa parte dei “regolari”, ma che ricambia il colpo di fulmine nei confronti di Cry Baby e si mette contro i suoi amici e la zia, una delle donne più severe e “per bene” di tutta Baltimora. John Waters condisce tutto questo in salsa musical con pezzi rock’n roll e continue esibizioni canore sia dei bulli che dei ragazzi per bene. Il regista esalta le due fazioni arricchendole ed esaltandole di stereotipi, rovesciando i ruoli durante la progressione del film. I bravi ragazzi si vedranno essere meschini, viziati, stupidi, ma soprattutto costretti in un ruolo che non è naturale, che crea rabbia e che diventa nocivo. John Waters non solo parteggia per Cry Baby e la sua combriccola, ma ce lo fa vedere come una sorta di semi dio, una sua lacrima lungo il volto, frutto di un passato tremendo che si infrange contro una dura scorza che maschera una grande e profonda sensibilità, ipnotizza chiunque la guardi. La gente si scioglie al vedere le sue lacrime di felicità, tristezza, ingenuità. che sgorgano come aspettando un grido da una platea immensa. Le caratteristiche di ogni personaggio sono esaltate attraverso stereotipi perfettamente funzionali alla sceneggiatura, ogni frase, ogni sguardo, ha un determinato senso e gli stacchi in cui il film diviene vero e proprio musical sono inseriti alla perfezione in maniera intelligente e perfettamente lineare. Ma dopo GRASSO E BELLO, opera precedente di Waters, questo ce lo si aspettava. Anche il cast è formidabile e la scelta degli attori è frutto di una fantasia che solo John Waters possiede. Johnny Depp è perfetto, Iggy Pop coi capelli corti fa coppia con Susan Tyrrell, celebre star di B-MOVIE oltreoceano, ma non finisce qui, abbiamo al presenza di Tracy Lords che è a dir poco mozzafiato rappresentando la perfetta rock’n roll girl bella e dannata, anticonformista che si oppone ad una famiglia di fanatici religiosi, una con le palle insomma. Joe Dalessandro non ha bisogno di presentazioni dato che la Factory di Andy Warhol lo ha più che sdoganato durante gli anni ’70. Kim McGuire interpreta invece Hatchet-Face, una ragazza rocker cattivissima, dal volto orrendo ed è esaltante quando Cry Baby le si rivolge teneramente dicendole che il suo volto è bellissimo, perché lui lo crede veramente nella sua purezza. Ed è proprio questo il messaggio di Waters, potrebbe apparire banale se non fosse inserito negli anni ’50, ma in quei tempi, e purtroppo non solo, chi era diverso dall’essere “regolare” era destinato all’inferno o alla prigione, meglio se all’inferno tramite sedia elettrica. Quando il sogno Americano era dio e quel dio era il capitalismo più sfrenato solo la galera e la sopraffazione potevano salvaguardare la falsità di chi si conformava all’immaginario creato dalle pubblicità della Coca Cola e delle cere per pavimenti. Era tutto vero, e quello che il regista ci fa vedere è quello che probabilmente non è mai successo. La bellezza di una lacrima lungo una gota purtroppo non ha mai salvato nessuno, sebbene sia uno dei motivi più nobili per cui pensare alle proprie intenzioni.

di Davide Casale

No comments: