The Bounty Killer è il classico film fatto a più mani. Tra i primi spaghetti spagnoli, il film entra nelle mani di Eugenio Martin dopo che la prima scelta sarebbe dovuta essere nientemeno che Sergio Leone. Il film, tratto dal racconto di Marvin H. Albert "The Law & Jack Wade", vede una risma di sceneggiatori per la scrittura, tra cui J.D. Prindle (Duello nel Texas) e José Guiterrez Maesso(Minnesota Clay,Django,i Crudeli), oltre allo stesso regista ma deve al protagonista Tomas Milian l'aspetto più profondo del personaggio. Infatti il bandito Jose Gomez,fuggito di prigione, è inizialmente un terribile carnefice ma per volere dell'attore cubano ha delle motivazioni raziali e sociali che lo portano a diventare così spietato. Al suo seguito c'è il bounty killer del titolo,Luke Chilson (Richard Wyler), che cerca di stanarlo nel suo paese natale. Qui scopre che Gomez è molto amato dalla popolazione locale che lo difende rivelando che non è poi così malvagio, Il film forse la mena un po' troppo con questi continui sensi di colpa di Gomez che sembrano incongruenti e forse messi lì per accontentare Milian che non amava interpretare un messicano malvagio. Il film è visivamente molto bello,comunque, grazie soprattutto al direttore della fotografia che, guarda un po' è quell'Enzo Barboni che conosceremo meglio come H.b. Clucher. Suggestiva la scena al crepuscolo con l'appartamento sparpagliato in mezzo alla steppa.
di Gianluigi Perrone
Wednesday, August 22, 2007
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