Wednesday, January 10, 2007

GUMMO di Harmony Corine (1997)

Korine ha sceneggiato alcuni film di Larry Clark tra cui KIDS e KEN PARK. GUMMO è il primo film che gira oltre a scriverlo. L’opera è Ambientata in una paesino della provincia Americana dopo che un tornado ha investito la quotidianità della popolazione, creando danni ma soprattutto mettendo simbologicamente allo scoperto la quotidianità malata e distorta della profonda provincia Americana. GUMMO è un susseguirsi si personaggi bizzarri e rappresentativi, caratterizzati dalla necessità di sconfiggere la noia e la piattezza di un’ esistenza espulsa a calci dal sogno Americano. Individui a cui non resta che arrancare senza nemmeno cercare un senso alla propria esistenza e senza poter contemplare la possibilità di un’alternativa esistenziale che non è nemmeno immaginabile. Un vivere, agli occhi “del resto del mondo”, fuori dagli schemi ma estremamente reale come imperturbabile.La roca voce fuori campo che presenta le vicende e si erge a osservatore partecipante e ovviamente non critico, è quella di un protagonista fra i molti, un ragazzino dallo strano volto interpretato a 14 anni da Jacob Reynolds, il quale racconta quello che gli sta attorno come se dovesse scrivere una cronaca per i compiti a casa.In questo film regna un silenzio contemplativo interrotto da musiche particolari da ricondurre alle sonorità “alternative” in pieno auge durante la metà degli anni ’90, periodo in cui è stato girato il film.Il montaggio è fuori dagli schemi classici e la fotografia appare smorta come i personaggi stessi, i quali tradiscono un’ energia vitale resa impotente dall’ humus quotidiano di cui si nutrono.Alcune sequenze sono meravigliose, prima fra tutte la discesa in bicicletta del “protagonista” e di un suo amico, sequenza montata in maniera originalissima a accompagnata dalla musica dei DAGONAUT.Tipico delle sceneggiature di Korine è il mostrare personaggi turbati, qui la sequenza del nano di colore e omosessuale è esplicativa. Una realtà in trappola per definizione, come i gatti di cui vanno a caccia i ragazzini del paese per guadagnare qualche spicciolo e per far passare il tempo.Anche loro sono figli dell’America, per quanto persi in un limbo di provincia.

di Davide Casale

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