Difficile spiegare bene cosa sia 3:10 to Yuma adesso che è diventato uno dei simboli del cinema western. La percezione che si sarebbe avuta allora è quella di un film smaccatamente commerciale, che prendeva i presupposti da Mezzogiorno di Fuoco, ma che aveva la freschezza e l'intuizione di portare elementi inediti nel genere. Questo,più che a Delmer Daves, che in definitiva era un ottimo artigiano ma non molto di più, si deve alla produzione che seppe riunire diversi elementi fortunati ed in qualche modo geniali. Abbiamo una storia avvincente, merito di un ancora inespresso Elmore Leonard che fa dei personaggi la forza del plot, tenendo solo sui due protagonisti il succo del racconto. Un uomo mite che deve portane un altro estremamente pericoloso all'appuntamento per venire portato in prigione a Yuma, a prendere quel treno. Ci sono diversi elementi che sono chiaramente catalizzatori di suspance. Innanzitutto il fatto che si aspetti l'evento che succede in quel momento, a quell'ora precisa. A questo si aggiunge l'assedio che precede il finale, dove convergono tutte le forze del film in maniera centrifuga e centripeta,i due protagonisti, il bandito Ben Wade, furbo,feroce ma con un codice morale e il contadino Dan Evans,un uomo pacifico che per denaro ma soprattutto per una dimostrazione personale verso la sua famiglia, si avventa a rischiare la vita. Naturalmente l'idea è che ci sia un rispetto che accomuna i due,Wade in pratica racconta a Evans la sua vita e dimostra di conoscerlo ma di aver scelto una strada diverso. Nel luogo dove sono loro in attesa sembra esserci un fulcro atomico pronto ad esplodere, che alcuni rifuggono per timore e altri cercano di raggiungere per innescare. Entrambi i protagonisti hanno il potere o il volere di rifuggirlo ma si crea una ideale bomba che deve raggiungere la fine del suo conto alla rovescia per terminare. Quel 3:10 per Yuma. Se un plot del genere trionfa su tutta la linea, che dire del fatto di usare Glenn Ford come protagonista, una proposta che non ha il fine solo di richiamare il pubblico ma di dare una immagine diversa al bandito verso cui lo spettatore deve avere una chiara simpatia. Questo era un lavoro di produttori intelligenti. Se pensiamo che il regista sarebbe dovuto essere Robert Aldrich possiamo solo immaginare verso che livelli potesse aggirarsi il prodotto finale. Una curiosità su quale peso abbia avuto la popolarità del film a livello mondiale, il termine Yuma è diventato a Cuba di uso comune riferito ai turisti americani.
di Gianluigi Perrone
Sunday, November 04, 2007
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