In Italia, terra di poeti, l’horror il più delle volte è trattato come genere di serie B. Basti pensare al trattamento riservato ai tre Gingersnaps, dove si è spacciato l’ultimo capitolo come primo e l’effettivo primo come sequel. A Pumpkinhead, saga creata dallo specialista in effetti speciali Stan Wiston, non è andata meglio. I capitoli migliori (i primi due) sono ancora da noi inediti e abbiamo avuto la fortuna di vedere solo in dvd i due sequel fotocopia (il tre e il quattro). Questo quarto film, a dirla tutta, poi è il peggiore della serie: mal diretto, mal interpretato da attori cani e neanche tanto marcato sul piano della violenza come invece era il predecessore. La trama è sempre quella: una morte violenta e uno sconsiderato che rievoca lo spirito di Pumpkinhead, un bambino rettile dalla testa a forma di zucca, che per lui attuerà una sanguinosa vendetta. Se nel primo capitolo (diretto dallo stesso Wiston) la formula era ancora (relativamente) inedita, arrivati al quarto episodio tutto puzza di tremendamente vecchio. A nulla servono le (flebili) ambizioni del regista di voler girare una specie di Romeo e Giulietta horror con questi due innamorati divisi dall’odio di due famiglie: se solo Brian Yuzna con “Il ritorno dei morti viventi 3” è riuscito nel miracolo. Meglio tacere poi sulla marchetta di Lance Heriksen, intrappolato nell’irritante ruolo di un fantasma consigliere. In America questo “capolavoro” è uscito direttamente sulla tv via cavo saltando persino il mercato dei dvd. Noi restiamo intanto in attesa che qualcuno si decida a buttare fuori Pumpkinhead 1 e 2, due opere che hanno segnato l’immaginario horror anni 80 e che a noi, come molti capolavori (Basket case fra tutti), sono stati solo sogni ad occhi aperti. In qualsiasi caso se proprio dovete vedere un Pumpkinhead in italiano buttatevi sul capitolo tre “Cenere alla cenere”, almeno lì il sangue tiene alta la tensione.
di Andrea Lanza
Tuesday, November 20, 2007
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