Thursday, July 05, 2007

BLACK SHEEP di Jonathan King (2006)

Beh,non si poteva iniziare a parlare di Black Sheep in maniera molto diversa. Finchè ci saranno cineasti di cinema "de paura" che esordiscono sul grande schermo con quella che comunemente viene definita horror comedy alla Peter Jackson,pensando a Braind Dead e Bad Taste,non si potrà mai dire prosciugato il fiume di sangue che grottescamente riempirà i proiettori. Sto pensando ad Undead dei fratelli Spiering,che forse,dopo 5 anni,stanno raccogliendo i frutti del loro lavoro,tanto esaltato all'inizio quanto denigrato in seguito. Chi scommette che succederà anche con Black Sheep?
Oppure il britannico Evil Aliens o lo spagnolo Mucha Sangre(più "DeLaIglesaino" che altro)che però risentivano di un budget troppo basso.
Jonathan King,neozelandese come Jackson,sembra premurarsi di ricordare quello che molti,almeno a quello che si legge in giro, dimenticano. Peter Jackson,a sua volta,non ha fatto altro che omaggiare il lavoro del vero vate della horror comedy e di quella regia frenetica e grandangolare,Sam Raimi,che , nella trilogia di Evil Dead, ha dettato i canoni del sottogenere. E King lo stracita continuamente(come continuerà a farlo l'ingombrante Jackson,di fatto Le Due Torri è una enorme citazione de L'Armata Delle Tenebre)e nessuno pare accorgersene. Vabbè(beeeeehhh),chi se ne frega. King non cerca il colpo di genio,prende l'idea stuzzicante e la evolve nella maniera più classica. Quindi il solito protagonista traumatizzato da piccolo(è ovinofobo,naturalmente) torna al paesello dove il fratello, per puro lucro, sfrutta la ditta di famiglia (un allevamento di pecore) per arricchirsi. L'idea è di mischiare dna umano con quello di pecora. Quindi, quando due ambientalisti fricchettoni rubano una pecorella sott'aceto diffondendo il dna a destra e a manca succede quello che ci sia aspetta. Pecore carnivore, pecore mannare, pecore zombie, pecore a pecorina... Va da sè che un plot del genere necessita di molta ironia e King non lesina nello scrivere battute sagaci e provocatorie,che non dispiacciono per nulla anzi sono l'humus vero su cui si coltiva il film, insieme ai classici effetti splatter della Weta Workshops che fa come al solito un ottimo lavoro, anche se qui si vede molto bene che si sono arrangiati come potevano. Poi King omaggia senza pietà a destra e a manca: L'Armata delle Tenebre, Romero, L'Ululato (mi pare il minimo), i succitati film di Jackson e probabilmente altri 600 classici che ad una prima visione non sono saltati subito all'occhio. Poi il finale svacca con scoregge a profusione e dà la sua soluzione alla inflazione di motoseghe negli horror, cercando uno dei tanti possibili sostituti. La fortuna di Black Sheep è che è quello che vuole essere. Intrattiene e diverte,scorre piacevolmente e non annoia. Questi sono i classici film cazzata che se ne parli bene hai esagerato e se ne parli male hai esagerato uguale.

di Gianluigi Perrone

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