
La storia di "Boxcar" Bertha Thompson(Barbara Hershey),pare essere vera e racconta la storia di una giovane ragazza rimasta incidentalmente orfana del padre aviatore,che si trova catapultata nella vita proprio nel momento in cui gli abitanti degli Stati Uniti stavano diventando improvvisamente poveri e,spinti dalla miseria,inesorabilmente selvaggi.Bertha si trova a diventare in fretta adulta e a scendere in qualche moda la china.Per amore di Big Billy Shelley(David Carradine),un attivista di sinistra,diventerà una bandita,come spesso avveniva quegli anni,per sopravivere e,in questo caso,per combattere in qualche modo il sistema.Scorsese ci tiene a sottolineare la ferocia contro cui il governo si scagliò contro "i rossi" tanto che il personaggio di Carradine diventa un vero e proprio perseguitato che,in un tragico epilogo,verrà paragonato a un cristo morente.
Al di là delle implicazioni politiche,che vedevano sia Scorsese che Corman sicuramente d'accordo,la pellicola risente di alcune forzature di trama e ingenuità stilistiche.Scorsese oltre a non essere maturo sicuramente non si trovava a suo agio con una storia che vedremo non essere nelle sue corde,anche se regala dei momenti intensi soprattutto nella parte finale del film.Ovviamente come richiesto dal protocollo produttivo abbonda la violenza(sparatorie ogni 5 minuti)e il sesso,che,pare,sia stato tutt'altro che finto tra David Carradine e Barbara Hershey.Scorsese giustamente non rinnegherà mai questo suo passaggio attraverso la exploitation anche se probabilmente in quel periodo la sua vena artistica era concentrata più verso la propria realtà,tant'è che di lì a poco comincerà a rivoluzionare il cinema con Mean Street.
di Gianluigi Perrone
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