Sunday, September 24, 2006

SUMMER LOVE

Il primo western polacco,l'esordio del giovane e simpatico Piotr Uklanski.Per cui dopo lo spaghetti western e il vodka western di Jonathan degli Orsi questo cosa sarebbe?Che mangiano in Polonia?Vabbè,in attesa di dare una risposa a questo interessante interrogativo cerchiamo di capire perchè,nonostante una marea di difetti e mancanze,su tutti primo il titolo,questo Summer Love riesce ad essere comunque saporito(e ancora si parla di cibo). Piotr,polacco ma molto attivo a New York,è una artista di istallazioni di quelli di rottura,che ama le opere scandalistiche e provocatorie. Non meno,in questo suo primo
film,cerca di utilizzare il genere come palcoscenico della metafora del male puro,selvaggio ed unico insito negli uomini e della privazione idiota dell'amore.Questo non è che sia esplicito ma diciamo pure di sì. In un villaggio microscopico di due baracche di cartapesta arriva un bounty killer vestito di nero,l'attore Karel Roden noto per aver fatto Hellboy,15 Minuti-follia omicida a New York ed altro,e si porta appresso un criminale che gli frutterà una bella taglia,interpretato(se così si può dire)da Val Kilmer la star riportata a caratteri cubitali in locandina che si sarà prestato per fare una favore all'amico Piotr(e in efetti tenendo conto che Kilmer si diletta come artista visivo è praticamente certo).I bifolchi animaleschi che abitano lì però sentono odore di grana e decidono di sbarazzarsi del bounty killer e di prendersi il gruzzoletto.Da qui la storia ricorda Chato di Michael Winner e la presenza dell'ex capitano confederato che annusa le tracce fa pensare che comunque è quello che volesse citare Uklanski.Il regista ruba un pò a destra e a sinistra per ricreareuna trama western che gli permetta di interpretare i suoi sperimentalismi visivi.Molto spesso,e forse unico nel genere,si riconoscono immagini e sequenze da videoarte concettuale e forti rimandi simbolici.Il tutto però stride col fatto che probabilmente Piotr(e questo è sia un bee che un male)non si prende troppo sul serio quindi il tutto è infarcito da una forte ironia di fondo che sembra voler ammortizzare alcune scelte visive esagerate come a gustificarle con l'ironia.Chissà se Piotr farà un'altro film.In attesa riflettiamo su come abbia trovato i soldi per fare questo.Quindi l'arte paga?

di Gianluigi Perrone

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