Tuesday, February 26, 2008

The Hamiltons dei "The Butcher Brothers" (2007)

"...Sbagliavo e tutto quello che voi pensavate di sapere di noi è sbagliato. Viviamo nella casa accanto alla vostra, lavoriamo nei negozi in cui vai a fare acquisti, i nostri bambini giocano con i vostri bambini. Noi stiamo solo cercando di essere una famiglia normale, provando ad immaginarci dove poter trovare da mangiare sulla Terra"

Non si può dire che questo “The Hamiltons” sia un film che colpisce, soprattutto ad una visione distratta: ambienti spogli, fotografia minimale, interpreti anonimi, più dialoghi che omicidi (alla faccia di una bella locandina piena di sangue). Ma se si segue con pazienza la vicenda non annoia alla luce anche di un notevole colpo di scena e di una certa grazia soprattutto nel caratterizzare i personaggi. “The Hamiltons” avrebbe potuto essere però un ottimo film e non solo un esercizio di stile con un budget miserrimo, sarebbe bastata una cura anche minima verso una storia che sembra procedere soltanto d’inerzia e attese verso la sorpresa finale. Cosa anche accettabile in un cortometraggio, ma non in un film di 90 minuti. I registi, i The Butcher Brothers (nome d’arte di Phil Flores e Mitchell Altieri), non sono malvagi, hanno molte belle d’idee stilistiche, ma a volte sembrano perdersi nell’aria un po’ finto amatoriale della vicenda peccando di eccessivo dilettantismo. La storia vuole essere un ritratto al vetriolo della famiglia, forse un po’ sulla scia dei dogma danesi tipo Festen, ma finisce tragicamente molte volte per assomigliare soltanto ad una specie di Famiglia Addams grottesca. Gli Hamiltons sono dei mostri, assassini, spietati, incestuosi che rimorchiano sconosciuti per scannarli con naturalezza. I registi affrontano con estremo realismo la vicenda riuscendo a trattare in modo abbastanza originale anche temi risaputi e ribaltando nel finale soprannaturale la calma placida del deja vu. Siamo più dalle parti di Peter Walker (Nero criminale) e di George Romero (Martin) che di quelle di Tobe Hooper e il suo Non aprite quella porta. Ravvivono l’interesse voyeuristico un bacio lesbo e uno al sangue molto appassionato. Dire comunque che The Hamiltons sia un bel film è mentire spudoratamente, ma è un prodotto alla fine piacevole che si può guardare per poi dimenticarlo senza rimpianti.

NB
Il film fa parte dei famigerati “8 Films to Die For”. Per chi non lo sapesse nel Weekend tra il 17 ed il 19 Novembre scorsi negli USA sono stati distribuiti in poche sale 8 pellicole horror difficilmente proiettabili nei cinema per via della violenza trattata e dei temi. Oltre agli Hamiltons facevano parte della serie:
Unrest

PennyDreadful

The Gravedancers

Reincarnation

Dark Ride

The Abandoned

Zombies la vendetta degli innocenti

Snoop Dogg's Hood of Horror

The Tripper


di Andrea Lanza

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