Ci sarebbe da scomodare il caro, vecchio termine "capolavoro" per questo immotivatamente poco visto lavoro recente di William Friedkin. Bug infatti è un'opera che riporta il regista de L'Esorcista nei territori dell'horror, anche se è superficiale definire il film come tale, e lo fa in una maniera tecnicamente sublime. Scritto superbamente da Tracy Letts che ha curato anche la piece teatrale da cui prende spunto il film, Bug è veramente il piccolo gioiello di suspance che unisce elementi ottimi tra di loro, ovvero una regia solida e personale e delle prove di attori intense. Ci immergiamo nella vita disperata di Agnes, una donna la cui miseria umana ci viene disvelata man mano che continuiamo nella visione. La solitudine e la disperazione hanno reso debole il carattere e la sanità della donna, tanto che si aggrappa con tutte le forze a Peter, un uomo che diventa la sua ancora di salvezza per la vita ma anche il suo mezzo di deriva mentale. Non è il caso di dire nulla se non che il film richiede la pazienza dello spettatore prima di svelare le carte che però fanno collimare tragicamente tutti gli elementi su cui si è lavorato fino ad allora. I protagonisti Ashley Judd e Michael Shannon si producono in performance veramente notevoli e sofferte, con una maestria tale da fare da sola il peso del film. Dietro al film vi è uno studio sapiente ed accademico della paranoia e dei diversi stadi della follia, delle cause sociali ed umane che portano la gente ad abbandonare la realtà, ma anche un'analisi di come il rapporto di coppia può forzarsi ad esistere per disperazione, estraniandosi dalla realtà. Non è affatto da trascurare come, anche se nel film tutto viene estremizzato, spesso sia possibile qualsiasi compromesso per non rimanere soli. Da un certo punto riprende alcune suggestioni de L'Esorcista, con il terrore costante della malattia mentale e la perdità della lucidità, in altri punti ricorda The Hunted e i riferimenti alla Sindrome da Guerra del Golfo. Un lavoro poliedrico e compatto, allo stesso tempo. Un piccolo gioiello di equilibri cinematografici.
di Gianluigi Perrone
Saturday, February 23, 2008
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