Sunday, June 15, 2008

Matamorphosis di Tim Cox (2005)

Ma che bella sorpresina: un b movie coi controfiocchi. Questo “Metamorphosis” sarà pure uno dei tanti film prodotti con lo stampino dalla famigerata Nu Image (“Crocodille” di Hooper ed eco vengeance vari), ma qui piuttosto che altrove la ricetta è meglio condita. Partiamo subito dal gustoso assunto: una ditta regala agli allevatori locali un nuovo tipo foraggio ottenendo una percentuale sulle bestie da macellare e venendo proclamati dal volgo come benefattori; peccato che questo prodotto generi anche delle larve parassite affamate di sangue. Originale no? Se poi aggiungiamo che le terribili bestiole dopo essersi rifugiate nello stomaco dei malcapitati ospiti ne escono in un tripudio splatter di petti e stomaci perforati come dei simil pipistrelli possiamo dire con tutta sicurezza che non è la solita minestra riscaldata. Effetti speciali in una computer grafica che non stona, attori sconosciuti, ma in forma, una sceneggiatura che arriva a non banalizzare il facilmente banalizzabile (l’umanità dello spietato villain è tocco aureo) e una regia forse non eccelsa, ma adatta ad un grande spettacolo casalingo. Che altro chiedere di più? E pensiamo che il suddetto film è nei cestoni dei supermercati a meno di sette euro tra i vari Decoteau e compagnia brutta: che ingiustizia! Certo non si può gridare al grande miracolo eppure nel suo piccolo “Metamorphosis” funziona da Dio come mero intrattenimento, molto di più di fratelli maggiori miracolati da un grande budget. Belle idee di un cinema che forse sempre più raramente viene prodotto, film fatti per le platee di massa, non elitari, eppure capaci di grandi picchi d’ala e di un’ottima confezione. Anche se dalla copertina con questo simil mostro dai denti a sciabola che mostra un occhio dalle fattezze di uno scheletro non ci saremmo aspettati nulla, ben lieti di essere stati smentiti. D’altronde un film diretto al mercato dvd che non ti fa sbadigliare né costringerti ad una visione accelerata con il fast foward è già di per se stesso un miracolo. Promosso.

di Andrea Lanza

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