Thursday, August 07, 2008

Lake dead di George Bessudo (2007)


Gli “8 films to die” quest’anno, rispetto all’anno scorso, sono stati sicuramente migliori: abbiamo avuto, tra i più meritevoli, un film ad un passo dal capolavoro, “Le morti di Ian Stone”, una bella e cupa ghost story, “Crazy eight”, un torture movie da leccarsi i baffi e muovere invidia a Eli Roth, “Borderland”. Purtroppo non è il caso di questo “Lake dead”, operina esile esile girata dall’inesperto, George Bessudo con un cast di attorucoli dall’aria frastornata e la recitazione zoppicante. Per non parlare poi della sceneggiatura che ricicla come un pessimo minestrone tutti i clichè del genere slasher senza avere né la capacità né la voglia di provare strade nuove. Di perle di demenza il film né è costellato a cominciare dalla scena che mostra la scaltra protagonista, inseguita da una famiglia di pazzi assassini, cadere per via di una storta e riposarsi ben trenta minuti. E’ bene dire che la stessa protagonista intervallerà corse pedestri degne di un atleta ad altri momenti dove lamenterà un dolore incredibile alla gamba ferita (che non ho controllato, ma non mi stupirei se cambiasse da una sequenza all’altra). Sul piano della violenza il film conta qualche scena forte (una picconata in faccia o la trapanazione delle caviglie), ma senza riuscire a conferire all’opera un’aria malata che il genere da “Venerdì 13” richiede sempre. Qualche timido innesto di erotismo e morbosità (il sesso campestre o il bacio appassionato di un figlio alla madre) non bastano a salvare un film che definire disastroso è un complimento.
di Andrea Lanza

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