Con un cast d’eccezione, tra cui Vittorio De Sica, Nino Manfredi, Enzo Cannavale, Milena Vukotic, Ottavia piccolo ecc.. Il regista Fausto Tozzi, in questo suo primo ed ultimo film da regista, compone un acquerello del borgo di Trastevere. Uno sguardo accorato dei primi anni ‘70 su un quartiere che sta mutando, da popolare a distinto e di moda. Meta di hippy ricchi e annoiati, di personaggi del mondo dello spettacolo e attraversato come la strada dalla pioggia, da moltitudini di turisti che si innamorano di quelle viuzze al solo passarci. Uno sguardo lucidissimo sul mutamento in atto che porterà Trastevere a diventare proprio quello che predice qui Cozzi, un quartiere pur sempre bellissimo, ma che conserva poco del suo animo originario. Non è un film comico anche se fa spesso ridere e non è nemmeno un film tragico sebbene a tratti faccia quasi scendere le lacrime, è un film agrodolce con dei tocchi grotteschi e permeato da un realismo incisivo, quasi decadente. Fausto Tozzi ci mette di fronte a quello che è Trastevere è sempre stata e a quello che sta per diventare, ma non è una scelta quella che ci chiede, nemmeno un’ opinione, è solo un punto di vista di chi sicuramente ha amato il quartiere e ora si sente disorientato, triste. Fausto Tozzi ha recitato in numerosissimi film e anche Trastevere è stata “attraversata” da numerosissimi film, forse è una riflessione sui tempi che cambiano e il quartiere ne è un esempio senza dubbio macroscopico.
Le sequenze finali, un funerale che simbologicamente è del quartiere stesso, sono realismo puro, teatralità orchestrata ad arte. E se le donne di Trastevere sono brutte da vedere, volgari, sfacciate, sono la bellezza, il sangue che scorre nelle vene di quel posto, la sua vera essenza che è destinata a sgorgare via come da un’ emorragia sempre più copiosa.
di Davide Casale
Sunday, April 15, 2007
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