Wednesday, June 07, 2006

IL SIERO DELLA VANITA'

L'opera seconda di Alex Infascelli nasce avanti ad aspettative molto alte,grazie alla meritata fama delle virtù del regista,e
riesce a procurarsi un casti di grandi nomi italiani davanti alla macchina da presa,tra cui Margherita Buy e Francesca Neri,nonchè l'ottima Barbora Bobulova, ma anche Valerio Mastandrea e Marco Giallini.Da un soggetto di Niccolò Ammanniti,Il Siero della Vanità si muove nell'inedito mondo della televisione.Quando alcuni personaggi televisivi cominciano a scomparire,le forze dell'ordine richiamano a rapporto la poliziotta Lucia Allasco,ritiratasi per via di un'incidente subito in passato e sull'orlo dell'alcolismo la
quale,indagando,scoprirà che le persone scomparse erano tutte partecipanti di uno show televisivo di una guru del piccolo schermo,Sonia Norton. Evidente,nelle intenzioni dell'autore,è il voler criticare aspramente il sistema televisivo e il mondo che ci gira intorno dipingendo negativamente i vari personaggi che purtroppo nella realtà sono anche peggio. Per cui si vedono i comportamenti frivoli e il voler fare spettacolo ad ogni costo di un teatrino di squallidi individui spesso portati a caratterizzazioni non così estreme visto l'andazzo qui in Italia. Opinionisti antipatici,conduttrici faine e starlette cocainomani in crisi sono la base su cui si pone critico l'occhio di Infascelli,anche se un pò troppo spesso in maniera banale e scontata. Il voler apparire ad ogni costo è il tema principale che distingue ogni personaggio del film,decantando la purezza di chi invece se ne infischia di tali sovrastrutture. Qualsiasi critica al sistema messo su da pochi mercenari dell'immagine va solamente supportata anche perchè per certi versi Il Siero della Vanità riesce ad essere un thriller avvincente. Infascelli ha un buon stile
registico che cura attentamente nelle scene a cui tiene di più.Purtroppo si perde spesso in banalità e inutili lungaggini che penalizzano molto il lavoro nel suo insieme. Tranne Margherita Buy,bravissima e assolutamente in parte,gli altri personaggi non vengono ben caratterizzati se non rimandandoli al "supposto alter-ego" nella realtà e la stessa soluzione finale "fa abbastanza acqua".Limitatamente a questo rimangano le critiche perchè la bravura di Infascelli sta sempre nell'essere capace di scovare progetti diversi e inediti se non accattivanti.L'opera poteva sicuramente essere migliore ma nel complesso siamo comunque e sempre oltre la media.

di Gianluigi Perrone

No comments: