Dopo il successo dell'ottimo Memories of Murder,l'aspettativa per il nuovo Bong Joon-Ho era decisamente alta ed il film,presentato a Cannes,era la punta di diamante della produzione sudcoreana dell'anno corrente. Le pochissime
indiscrezioni rivelavano come plot principale la comparsa di una creatura sulle sponde del fiume Han che sparge il terrore tra la popolazione di Seul. Un Monster Movie quindi ma visti i precedenti non propriamente classico. Bong effettivamente si getta nel tentativo ma non riesce a prevalere sull'anima da blockbuster dell'opera.
The Host si concentra sulla storia della famiglia Park,di estrazione ploretaria,composta da personaggi più o meno emarginati.
Un diplomato senza occupazione fissa e problemi di alcohol,un fannullone un pò tonto e narcolettico ed una aspirante
campionessa di tiro con l'arco fanno capo ad un padre di umilissime origini. La loro routine viene rotta dall'attacco di una creatura che ricorda molto da vicino l'immagine del primate mezzo pesce mezza lucertola che risalì dalle acque milioni di anni fa per popolare la terra ferma,generato,in questo caso,da una orrenda metamorfosi causata dall'inquinamento del fiume.
Quando la bambina di Kang-du,il figlio fannullone interpretato da Song Kang-ho(già attore feticcio sia di Bong che di Park Chan-wook),verrà rapita dal mostro,la famiglia si metterà alla sua ricerca ostacolati dalla cecità dell'autorità che crea falsi allarmi per la presunta infezione di un virus inesistente.
The Host vuole essere un'opera ecologista in primo luogo ma anche e soprattutto una critica all'assalto mediatico che gli Stati Uniti usano come influenza nei confronti della Korea del Sud. Un tema molto battuto dagli autori contemporanei coreani,il problema dell'invasività americana è qui mostrata in maniera esplicita e anche un pò banale. Bong si perde troppo spesso in
stereotipi narrativi(vedesi l'uso delle musiche)che rimangono fuori luogo se confrontati con la narrazione dell'opera. La sceneggiatura alterna momenti drammatici con scenette comiche che risultano inutili e spesso anestetiche. Questo perchè The Host richiedeva comunque di essere un blockbuster e la presenza di variazioni del tema sembra messa lì per dare un minimo di spessore che non c'è. Anzi si creano delle incongruenze narrative assurde che distolgono dalla tensione originale del film. La regia è sontuosa e,come ormai standard per la korea del sud,visivamente ineccepibile quando riesce a sfruttare al meglio la scenografia del ponte sul fiume Han. Il Mostro,creato dalla Weta è,forse volutamente,un pò goffo ma è anche mostrato troppo tanto da assuefarsi presto alla visione. E se comunque ci vengono presentati i personaggi con cura,avviene in maniera statica e mai catartica. Alla fine Bong riesce con il mestiere e il talento a salvare il film dall'essere un piatto pastrocchio commerciale ma dati i precedenti era naturale aspettarsi di più.
di Gianluigi Perrone
Saturday, June 10, 2006
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