A soli due anni dalla sua morte,Hollywood prepara un biopic dedicato alla vita di uno dei più significativi e controversi artisti del panorama musicale americano che visse un'ascesa di popolarità sempre crescente negli anni e rimase imperitura fino al decesso(and over...and over...).Walk the Line ripercorre il periodo più complesso della vita di Cash,dall'infanzia repressiva straziata dalla morte dell'amato fratello Jack all'esperienza in aereonautica durante la guerra,dai primi,difficili passi nel mondo della musica ai successi sui palchi di tutti gli States e conseguente a questa ascesa una progressiva caduta nella
tossicodipendenza.Soprattutto Walk the Line parla della storia d'amore sofferta tra Johnny e colei che diventerà il faro della
sua vita,sia professionalmente che umanamente,la cantante country June Carter.Il loro fu un continuo inseguirsi e un
rifiutarsi,una passione ostacolata sia lecitamente dal fatto che Cash era già sposato con figli,sia illecitamente dalla
dipendenza dalle droghe e dall'alcohol del "man in black".Il tutto racchiuso nell'evento clou della carriera di Cash,il concerto al Foltsom Prison.Il sottoscritto non nasconde di aver riposto molte aspettative nel progetto sin dai suoi primi passi proprio poichè fan accanito del mitico J.R. e la scelta degli interpreti Joaquim Phoenix e Reese Witherspoon fatta dagli stessi Johnny & June prima di morire sembrava azzaccata nonostante evidenti differenze somatiche.E non c'è dubbio che lo sforzo attoriale dei due(e dell'intero cast nel quale ci piace far risaltare la prova di Robert Patrick nei panni del burbero padre)sia stato notevolissimo con la Witherspoon in prima linea e Phoenix che ha raggiunto momenti di crisi estremi tale e tantal'immedesimazione.Eppure Walk the Line non raggiunge lo scopo e lascia l'amaro in bocca.Pulito,sontuoso e perfettino sembra il compitino a casa buono per il sabato pomeriggio in tv.James Mangold,alla sua occasione più importante dopo una serie di discreti lavori(Identity,Kate & Leopold,Ragazze Interrotte,Copland),scrive e dirige il film in maniera errata,statica e impersonale.Privo di virtuosismi tecnici,Walk the Line è un continuo primo piano sui due protagonisti e sulla stessa identica vicenda che snatura totalmente la vita di Cash.Uno spettatore non preparato sarebbe portato a credere che una personalità complessa come quella del "man in black" era in realtà la patetica esistenza di un povero imbranato senza spina dorsale totalmente assoggettato alla futura moglie.Dove sono le notti brave in tour con Jerry Lee Lewis e Elvis Presley(qui macchiettisticamente disegnati)?Dov'è la dipendenza dalla cocaina cantata in decine di canzoni(Cash usa delle fantomatiche pillole nere)?Soprattutto dov'è il lato nero di Johnny Cash che era sì riservato,chiuso e oppresso dalle umiliazioni paterne ma non certo un imbranato nerd di periferia?Phoenix indugia troppo sui sorrisi di circostanza che non ci immaginiamo proprio sul volto roccioso e sofferente del compianto cantante e fa pesare anche la totale mancanza di physique du role(Cash era altissimo,Phoenix un nanetto).Walk the Line non riesce a catturare il vero Johnny Cash e ciò che trapela dalle sue canzoni,riducendole solo a uno sfogo pseudoadolescenziale,non scava nelle vere radici del sound definito successivamente "americana".Troppo pulito,forse proprio perchè dipingendo una delle massime icone americane,pretendeva un plot che non rischiasse troppo,che non osasse nulla e che fosse fruibile alle famiglie con i suoi dialoghi terra terra,a livelli di Autumn in New York.Johnny Cash non era questo.Johnny Cash era sangue e polvere.E pensare che questa parte l'aveva inseguita a lungo
Michael MadsenForse un giorno salteremo nel cerchio di fuoco di nuovo.
di Gianluigi Perrone
Friday, February 24, 2006
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